Su twitter l’informazione viaggia in tempo reale su 140 caratteri. Un’informazione frammentata e parziale, che costringe l’utente a scegliere chi seguire in base a certi valori. Alcuni personali: interessi, simpatia, amicizia, notorietà; altri generali: la frequenza di utilizzo, la capacità di rispondere, la creatività e l’affidabilità della fonte. All’interno di questo sistema, l’utente acquista “importanza” in base al numero di follower che monitorano la sua attività. Diventa perciò influente, assumendo, in determinati casi, la valenza di un vero e proprio media. Lady Gaga è un caso significativo, con più di 25 milioni di follower supera la popolazione di molti stati, fra cui Portogallo, Norvegia e Finlandia messi assieme. Il bacino d’influenza (e d’attenzione) è quindi sempre più importante, tanto che oggi possiamo parlare di “caccia al follower” e di “caccia all’influencer” da parte di aziende e personalità politiche (con un occhio alle prossime elezioni).
Una recente ricerca americana del College di Georgia Tech ha evidenziato alcune costanti comportamentali associabili alla propaganda nell’utilizzo della piattaforma. Questo studio è emerso dall’analisi di due hashtag collegati a due eventi politici: la corsa al Senato del Nevada del 2010 (#nvsen) e il dibattito sul debito pubblico del 2011 (#debtceiling). Più di 100.000 tweet sono stati raggruppati a seconda dell’indirizzo e del pensiero politico. Utilizzando algoritmi specifici i ricercatori hanno cercato di comprendere come twitter possa essere utilizzato per diffondere messaggi propagandistici. E’ emerso che utenti che esprimono sempre la stessa opinione, o ideologia, tendono ad avere alcune caratteristiche:
- essere molto attivi,
- lanciare moltissimi tweet in breve tempo,
- indirizzare tweet a persone a caso ma con lo stesso messaggio,
- utilizzare molti re-tweet dei propri beniamini (influenzatori) ma senza modificare troppo il contenuto del testo originale.
Se osserviamo la definizione di Wikipedia, per propaganda s’intende:
l’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifiche attitudini e azioni. il conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obbiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo.
Secondo Nick Feamster che ha condotto lo studio sul comportamento, gli utenti di twitter sono più facilmente manipolabili di quelli che guardano la televisione oppure leggono un quotidiano, questo perché su twitter vengono meno i pregiudizi di fondo. Personalmente ho qualche dubbio sulla fragilità dell’utente (evoluto), credo invece che twitter permetta alle persone di rimanere informate e comunicare in tempo reale come meglio credono. Concordo però, che un utilizzo invasivo e “filo-propagandistico” sia in primis sempre più frequente, e in secondo luogo fuorviante, in particolare per utenti poco “sgamati” e in determinate ricorrenze (politiche, economiche, sociali, di costume).
I “tweet massivi” diventano propaganda, nel momento in cui i messaggi veicolati vengono guidati da un obiettivo che supera la mera visibilità e diffusione contenutistica. Messaggi lanciati in modo forzato da chi ha molto seguito, per indurre la massa di “twitteri” a recepirlo ma soprattutto re-twittarlo. Proviamo a fare un’ipotesi. In un contesto dove gli influenzatori assumono sempre più importanza, diventando repositori di fiducia e quindi opinion leader, certi personaggi pubblici o meno, potrebbero “assoldarli”, pagarli, per un preciso scopo (propaganda elettorale?). Le aziende già lo fanno con altri obiettivi, perché non dovrebbero farlo i politici in campagna elettorale? Occorre, per questo, mantenere uno spirito critico su tutti i canali mediatici, in particolare sui media sociali dove le nostre barriere sono meno rigide.
Detto ciò, twitter ospita già un folto numero di personaggi del mondo politico con relativi seguaci e qualche influenzatore affezionato, magari del mondo dello spettacolo o dell’informazione. Beppe Grillo è già sugli scudi, con un vasto seguito su tutti i media e un folto numero di follower, amici e nemici, che al contempo alimentano la sua visibilità. Non ci resta che aspettare le prossime elezioni, su twitter ne vedremo delle belle.