Ripercorrendo i cambiamenti che Facebook ha introdotto in questi ultimi mesi si scorgono alcuni dati interessanti. Provo a elencare le principali novità che ho trovato, senza la pretesa di redigere un elenco esaustivo.
In primo luogo, il potenziamento dell’offerta riguardante le inserzioni pubblicitarie per le aziende che scelgono di investire in questo senso. Risale poi a pochi giorni fa l’annuncio della possibilità di inserire nelle applicazioni che utilizzano Open Graph il follow per le azioni che gli utenti compiono nell’applicazione stessa. In pratica si potrà ricevere una notifica nel News Feed per ogni azione compiuta dall’utente senza esserne amici. La possibilità è abbastanza inquietante anche se assomiglia al meccanismo di Twitter che consente di seguire una persona senza esserne a sua volta seguiti e integra gli aggiornamenti che possono essere ricevuti anche dai non amici.
C’è stata poi la sostituzione automatica dell’indirizzo e-mail con quello assegnato da Facebook che ha creato alcuni problemi alla sincronizzazione su telefono cellulare dei contatti e-mail (qui e qui maggiori dettagli) pare per un bug, come sottolineano Punto Informatico e Wired. Più recente è l’introduzione dell’icona per le unioni gay e in futuro potrebbero arrivare nuovi pulsanti di gradimento come il “Want”. Andando indietro di qualche mese si può invece ricordare il passaggio al nuovo Diario, che sta coinvolgendo progressivamente tutti gli utenti, anticipato dal restyling nello stesso senso delle pagine, mentre ad aprile è stato siglato l’acquisto di Instagram.
Il passaggio al Diario e la nuova timeline delle pagine, così come l’acquisizione di Instagram, sembrano mirati ad amplificare l’esperienza di visualizzazione e di condivisione delle immagini, dal momento che gli strumenti forniti da Facebook a livello base sono molto essenziali. Non si può dimenticare, inoltre, che Instagram è molto usato per la condivisione delle foto su Twitter (un interessante confronto fra Facebook e Twitter si trova in questo post di Luca Sirianni). La passione degli utenti della rete per la comunicazione visuale è testimoniata dal successo di Instagram e dallo spazio che si sta ritagliando Pinterest ma anche, ovviamente, dal dominio di YouTube sia per la visione dei contenuti user-generated sia di quelli professionali.
Ora che la partita della conquista di nuovi utenti per Facebook si è in gran parte giocata (secondo quanto riporta Digital Trends), almeno in alcuni Paesi, la sfida è quella di riuscire a trattenerli senza che migrino su altre piattaforme e a incrementare il tempo trascorso, soprattutto ai fini di aumentare i ricavi pubblicitari. Secondo gli ultimi dati, gli utenti statunitensi trascorrono una media di 391 minuti al mese su Facebook da desktop e di 441 minuti al mese da mobile. Un’altra ricerca rileva invece in calo la consultazione di Facebook durante il tempo lavorativo, mentre rimangono costanti i tempi di accesso nel tempo libero.
Il bivio è quindi fra specializzazione funzionale e creazione di un “mondo”. Semplificando molto, la prima avrebbe come vantaggio per gli utenti la flessibilità di poter gestire diversi livelli di relazione contemporaneamente su diverse piattaforme moltiplicando però i profili, mentre la seconda avrebbe come pro la comodità di aggregare contenuti e contatti in un unico spazio e come contro la sovrapposizione continua di diversi livelli di relazione. E’ chiaro che queste due anime potranno sempre convivere grazie alla personalizzazione della fruizione di ogni piattaforma effettuata dagli utenti in funzione delle loro necessità.
Se alcuni social network, come Twitter, sembrano puntare sulla specializzazione funzionale, Facebook appare invece investire sull’inclusione dell’utente nella sua piattaforma a tempo pieno, offrendo una quantità di contenuti sostanziosa (notizie, aggiornamenti, etc.) e avendo l’ambizione di porsi come riferimento anche per la consultazione delle comunicazioni che non riguardano strettamente Facebook, come testimonia il cambiamento dei contatti e-mail che dovrebbe costringere gli utenti a tenere costantemente monitorato il proprio profilo non solo per conoscere le notizie provenienti dai propri contatti, ma anche per controllare le e-mail (in molti credo si siano però già attivati per tornare all’indirizzo precedentemente inserito).
Nick Bilton paragona la contesa fra Facebook e Twitter a quella della tartaruga (Twitter) contro la lepre (Facebook). Facebook ha avuto un’espansione più rapida ma ha spesso forzato la mano per accelerare alcune features, riducendo la fiducia degli utenti sulla tutela dei propri dati, mentre Twitter ha seguito una politica di “piccolo cabotaggio” mantenendo costante la chiarezza dei termini di adesione. Facebook, però, ha dalla sua parte un numero davvero elevato di utenti da provare a trattenere nel suo spazio. La gara, quindi, è ancora tutta da giocare.