Il pendolare tra diversi mondiHanno cambiato il posto di Pio XII al Yad Vashem, correggendo un po’ il tiro

Hanno cambiato il posto di Pio XII al Yad Vashem, correggendo un po' il tiro.Man mano che avanzava, dopo il Concilio Vaticano II, il bellissimo ed illuminatissimo Rapprochement tra Cristianesimo ed...

Hanno cambiato il posto di Pio XII al Yad Vashem, correggendo un po’ il tiro.

Man mano che avanzava, dopo il Concilio Vaticano II, il bellissimo ed illuminatissimo Rapprochement tra Cristianesimo ed Ebraismo, il ricordo di Papa Pacelli ha avuto un stranissimo destino. Finora, comunque.

Mentre Israele, fino all’altro ieri, ha posto Pio XII ingiustamente in un posto secondario nello Yad Vashem, per mettere bene in evidenza il suo famoso silenzio durante la Shoah, la Chiesa Cattolica in Vaticano dopo un lungo e giusto esitare, ha finito sotto l’intellettualmente imparzialissimo Papa Benedetto XVI per alzare Papa Pacelli all’altare di Venerabile.

Mi scuso sinceramente per l’impertinenza verso Ebrei e Cattolici, ma mi trovo in un certo disaccordo con entrambi gli establishment. A me sembra che, semmai, avrebbe dovuto ognuna delle due religioni avere l’atteggiamento dell’altra verso la memoria di Papa Pacelli.

Per l’Ebraismo, Eugenio Pacelli non può avere la funzione e vocazione sacra e mistica e sublime che ha per il Cattolicesimo e quindi non può che ringraziare con tenerezza e venerazione fervida questo altissimo prelato italiano che, come Capo di Stato, ha salvato più vite ebraiche durante quell’immane massacro di qualsiasi altro capo di Stato o Istituzione Internazionale al mondo, in quell’epoca di buio atroce.

Hanno fatto benissimo l’organizzazione ebraica USA “Paving the Way” di riconoscere con grande amore questo ruolo al Papa Pacelli, e per gli ebrei è giustamente la sola cosa che dovrebbe contare, e cioè che abbia fatto tutto il possibile per salvare (non si sa esattamente quante) centinaia e centinaia di vite ebraiche. Tutte le riserve che sono state sollevate in merito all’atteggiamento di Pio XII durante la Seconda Guerra, da alcune parti importanti dell’Ebraismo non sono coerenti con la fede ebraica, non sono conformi alla nobiltà dell’animo ebraico ed rischiano di cadere in una ingratitudine inconscente. Non tocca all’Ebraismo (né dello Stato di Israele né della Diaspora) di avere qualsiasi rammarico nei riguardi di Papa Pacelli, per quanto riguarda il suo ruolo durante la seconda guerra mondiale, proprio perché ha fatto il più possibile per salvare e proteggere gli ebrei durante quella Shoah come nessun altro Capo di Stato abbia fatto allora.

Per il Cattolicesimo, invece, pur apprezzando profondamente l’uomo di fede rigorosa, credo sia comprensibile che da parte cattolica ,e solo da loro, possa venire il rammarico ( dico rammarico, e non critica) che durante tutto il conflitto il cosidetto Vicario di Gesù sulla Terra ed il discendente del Principe degli Apostoli , Primate della Chiesa Universale, non abbia espresso in pubblico un vero e struggente Grido di Dolore per questo immane massacro di bambini. donne e uomini della stirpe di Maria e di Gesu. Si puo capire quindi che alcuni cattolici molto coscienziosi come Francois Mauriac et Jacques Maritain ( e credo anche Paul Claudel) subito dopo la Seconda Guerra espressero alla Liberazione che l’unico rammarico che avevano ìn mezzo alla gioia della Liberazione era giustamente che il Vescovo di Roma, il loro Vicario di Cristo sulla terra, non avesse mai lanciato in pubblico durante quella specie di Crocefissione di Massa un solo grande Grido di Dolore come se lo aspettavano questi nobilissimi cuori Cattolici e indipendentemente dalle vite innocenti che abbia salvato.

Quindi nei riguardi alla memoria di questo tragico Ponteficato di Papa Pio XII ,troverei giustissimo da parte Ebraica SOLO una tenera e venerata gratitudine senza alcun “ma” o “se” per tutte le vite salvate ed di mettere il suo ritratto non in un posto un poco migliore ma addirittura tra i capostipiti dei Giusti nello Yad Vashem: mentre d’altra parte troverei che sarebbe invece comprensibile che da parte Cattolica pur elevandolo a Venerabile ci sia ben chiara un indelebile sospiro di rammarico che accompagna sempre questa venerazione.

Proprio l’opposto più o meno di quello che è avvenuto dai due Estrablishment Ufficali dell’Ebraismo e della Cattolicità. Gli Ebrei dovrebbero sentire la venerazione senza riserve che hanno sentito i Cattolici verso Papa Pacelli e, viceversa, i Cattolici avrebbero dovuto, pur con il dovuto tener conto dei misteri del Padre Eterno, sentire ed indicare chiaramente quel triste rammarico nel venerare la memoria di questo Papa.

Un Papa deve essere sopratutto un Uomo di Fede. Poi, se ha anche tante altre qualità, meglio, ma quelle qualità non devono mai avere il sorpasso o la meglio sull’uomo di fede in nessuna istanza.. Ora, Papa Pacelli aveva anche il talento e la cultura squisita del Diplomatico internazionale, di una rara raffinatezza e civiltà, e durante la sua giovinezza avrà assistito a Roma, durante la Prima Guerra mondiale, alla splendida neutralità indomabile ed indimenticabile del Papa Benedetto XV (Giacomo della Chiesa) contro tutto e contro tutti.

Quel Papa mirabile aveva capito che quel Conflitto non era che un macello gigantesco e fratricida tra Europei sbronzi di nazionalismo da tutte le parti ed è stato ammirevole il modo i cui ha rifiutato di prendere parte né per gli uni né per gli altri e tentato solo con la massima fermezza di fermare le atroci ostilità per salvare la Sua tanto diletta civiltà Europea.

Temo che questo esempio splendido e cosi storicamente riconosciuto di Papa Benedetto XV abbia avuto su Papa Pacelli, quando è venuto il suo turno di essere Pontefice durante il Secondo grande Conflitto Mondiale, un effetto ed un’influenza sfortunati e fuori posto.

Mentre era verissimo, e assolutamente giusto, per un Papa vedere che le due Parti in guerra nel Primo Conflitto (1914-1918) erano uguali nei loro torti e nelle loro ragioni come avviene cosi spesso tra avversari, nel secondo conflitto mondiale (1939-1945), invece, la Storia ci ha dato un esempio più unico che raro, dove una parte ha avuto per il 100% eroicamente ragione e l’altra ha avuto 100% torto marcio: chi era con Churchill è finito eroe e chi era con Hilter è finito come boia ( salvo il grande eroe della Finlandia che per essere stata invasa da Stalin si è trovata per forza nel campo di Hitler – ma è l’eccezione rara che conferma la regola di quel Conflitto).

In queste condizioni della seconda guerra mondiale, quella splendida ed eroica neutralità di Papa Giacomo Della Chiesa nella prima guerra mondiale non era da seguire per niente e sopratutto non cosi rigorosamente e categoricamente nel Secondo Conflitto cosi essenzialmente o eticamente diverso dal Primo.
Temo che in questo atteggiamento Eugenio Pacelli, il nobilissimo diplomatico, ha avuto la meglio su Papa Pacelli, il profondo uomo di Fede.

A mio modo di vedere è stata come una tragedia Shakespeariana dove l’uomo di fede non si è reso conto che l’uomo diplomatico di altissimi principi e nobilissime intenzione non doveva aver la meglio o lasciare il sopravvento sull’uomo di Fede come era, così intensamente e profondamente, questo Papa, e credo che forse abbia avuto il presentimento ed la sofferenza di questa contraddizione insospettata e – chi sa? – forse dagli Archivi ancora chiusi si scorprirà qualche rimorso o dubbi di quel Papa con quella figura cosi longilinea, asciutta e sofferente come se fosse uscito da una tela appassionata di El Greco.

Comunque a me sembra che l’Ebraismo in genere avrebbe dovuto avere le stesse emozioni di amore e gratitudine verso Eugenio Pacelli che ebbe il gran Rabbino di Roma Israele Zolli alla fine della guerra, mentre il Cattolicesimo avrebbero dovuto avere le stesse emozioni di struggente rammarico che ebbe il grande scrittore cattolico Nobel per la Letteratura Francois Mauriac, anche lui alla fine della guerra.

Forse anche Pio XII non apprezzò fin in fondo che all’AntiCristo che fu il Bolscevismo, il Nazismo rispose con un AntiCristo e mezzo, o forse anche che il suo profondo amore per la nazione tedesca ed il suo popolo e la sua esecrazione per Hitler e il Nazismo come sviamento atroce di quel popolo lo obbligò a evitare il piu possibile che la Germania commettesse il primo assassinio di un Papa nella Storia europea e aggiungesse cosi ancora un altro obbrobrio storico alla sua gia temibile collezione.

Infatti vedremo in futuro, quando gli Archivi del Vaticano saranno completamente aperti, tutto l’iter di questo tragico Papa e frattanto non dimentichiamo soprattutto che fu l’ultimo della fila dei Papi prigioneri in Vaticano, perche è solo dopo di lui con l’avvento di Papa Angelo Roncalli che Pietro fu liberato dalla sua prigione e che le porte e le finestre del Vaticano furono finalmente spalancate e ri- aperte ed i Papi hanno ricomminciato ad essere liberi e girare per tutti i Continenti a portare la Vera Notizia.

Henry Alphandery – Milano, un pendolare tra diversi mondi.

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