Chissà perché, ma gli italiani all’estero (o almeno a Dubai) non fanno comunità. Eppure siamo famosi per l’importanza che diamo alle tradizioni, alla famiglia allargata, al piacere di chiacchiere e cene infinite con gli amici. Appena racconti che sei italiano, la prima cosa che ti dicono e’ “amico”. Insomma, il nostro carattere allegro, espansivo, amichevole, aperto e’ quello che ancora ci contraddistingue.
Ma tra di noi, sembra svanire tutto: la comunità italiana di Dubai, che continua a crescere ed e’ arrivata a quasi 3000 persone, é l’unica che non ha un’associazione. A dire il vero ce n’era una, ma sono spariti dei soldi, ci sono stati litigi e ora nessuno riesce più a rimetterla in piedi.
I gruppi su Facebook sono moltissimi e tutti “concorrenti”: Donne a Dubai, Italiane a Dubai, Dobyitaly, Italiani a Dubai, Italians living in Dubai. E fanno pure la gara dei numeri, cercando ognuno di superare i fans degli avversari. E’ sconfortante: anziché unire, dividono e frammentano. Anziché facilitare conoscenze, dare informazioni utili sulla città, orientare i nuovi arrivati, confondono. Basta ascoltare il dialogo tra chi vive a Dubai da tempo e un nuovo arrivato: nemmeno un briciolo di solidarietà (e il primo impatto con la città può essere davvero scioccante)…solo scoraggianti informazioni fatte cadere dall’alto.
Al contrario, la comunità francofona, più o meno grossa come quella italiana, ha messo in piedi servizi per chi arriva (con tanto di tour in francese per far conoscere la città), incontri per mamme, incontri per donne sole, caffè e cene per socializzare. Per non parlare della comunità inglese, la più grande, radicata e organizzata.
Non nego la bellezza di scoprire una città da soli, trovare i propri luoghi, i propri percorsi. E riconosco l’enorme arricchimento che viene dal conoscere e confrontarsi con persone provenienti da tutto il mondo. Ma quando si vive fuori da un po’, qualcuno che parli la tua stessa lingua e abbia le tue stesse radici serve davvero.
Forse viviamo una crisi di identità, che all’estero si svela in tutta la sua profondità. O forse siamo semplicemente un popolo con un odioso difetto: un’incurabile invidia.