Il municipio della capitale è in mora con le bollette e l’indebitata filiale argentina dell’elettrica italiana lascia al buio fontane e statue per ripicca, proprio quando forse è arrivato un segnale di speranza dallo Stato. Mentre attendiamo gli sviluppi, se venite a Baires portatevi una torcia.
Ogni giorno ed ogni notte Venere nasce sulle rive sporche del Rio de La Plata, nasce da una conchiglia come vuole la leggenda della dea dell’amore, dove, dietro alla city finanziaria di Buenos Aires, si stende quella prospettiva vittoriana che i locali chiamano Costanera Sur e che ospita le domeniche popolari delle famiglie portegne da decenni ad oggi. Qui nasce Venere, figlia d’Urano e moglie di Vulcano, nella Fontana delle Nereidi, fatta di travertino e marmo di Carrara dalla scultrice Lola Mora nel 1903, nasce, sì, ma da ieri nasce al buio, perchè l’Enel ha staccato la luce al monumento.
Una misura di forza presa da Edesur, la controllata locale della nostra parastatale elettrica, dopo che il Municipio della capitale argentina ha insistito nel non pagare l’enorme debito che ha nei confronti della compagnia. Una situazione grave, latente per mesi, saltata all’attenzione generale però due settimane fa, quando l’istituzione che governa il mercato elettrico, Cammesa, ha reclamato ad Edesur il pagamento della bolletta di giugno, per l’energia che questa aveva preso e distribuito ai suoi clienti.
Davanti alla minaccia di finire nella lista dei morosi, una situazione che d’altra parte condividono anche altri operatori del settore argentino analoghi a Edesur, l’azienda aveva ribadito ciò che afferma da due anni a questa parte per giustificare il suo grave stato di bilancio: la colpa è del governo, che dai tempi della crisi 2001/02 ha bloccato le tariffe dell’elettricità per decreto (allo scopo di sostenere la popolazione) e adesso non è più in grado di affrontare il danno d’immagine di liberalizzarle nuovamente.
Nello specifico, poi, l’Enel spiegava attraverso Edesur che questo suo debito con la Cammesa, equivalente a 18 milioni di euro circa, derivava da un altro debito praticamente uguale che deteneva nei suoi confronti il Municipio di Buenos Aires. Ma, non potendo applicare allo Stato le stesse misure di incentivo al pagamento che si possono riservare ai privati, l’azienda dichiarava di avere di fatto le mani legate. Tuttavia, a distanza di due settimane sembra che le pressioni economiche siano riuscite a sconfiggere i regolamenti e la luce è stata tagliata anche al Municipio. In alcune dichiarazioni rilasciate da un portavoce anonimo dell’azienda, all’agenzia stampa argentina Dyn, si precisa che ad essere sospesa è stata solamente l’illuminazione dei monumenti e non l’illuminazione generale degli spazi in cui questi sorgono, «per evitare disguidi ai servizi relazionati con la comunità». Una soluzione intelligente, quella di Edesur, perchè per esempio nella lista di luoghi di interesse lasciati al buio, compare anche il parco Centenario, che alcuni ragazzini della zona hanno da qualche anno ribattezzato parco Muertenario, aggiungendo la parola muerte in riferimento ad alcuni casi di accoltellamento trascorsi durante la notte. Quindi, se Enel avesse staccato la luce in tutto il parco, avrebbe reso la zona anche più pericolosa.
La lista comunque non si ferma qua. Ad essere privato dell’illuminazione sono state per esempio anche le due grandi fontane all’incrocio tra la strada più larga del mondo, l’Avendida 9 de Julio e la avenida Cordoba. Oppure, il monumento che sorge sulla pedonale La Valle, al civico 300.
Forse però, si è trattato di un gesto sconsiderato, o ancor meglio, conoscendo i nostri polli (intendendo con questo i manager dell’Enel) di una furbissima mossa di depistaggio: proprio ieri, il governo della provincia di Buenos Aires, quello che per l’Italia sarebbe la regione della capitale, sbloccava le tariffe dell’elettricità dando, da un lato, una boccata d’aria fresca agli operatori impegnati sul suo territorio, e, dall’altro, una mazzata ai consumatori. Insomma, il governo di La Plata potrebbe aver fatto da apripista in quel processo di eliminazione dei privilegi sorti con la crisi, che il governo della Casa Rosada non ha ancora avuto il coraggio di fare.
Per l’Enel sarebbe una buona notizia e per evitare attacchi speculativi su un titolo che s’impennerebbe di improvviso, potrebbe aver dato un ennesimo, ma questa volta falso, segnale d’agonia. Forse, però, sono solo fantasie giornalistiche, intanto, per restare sulle verità turistiche, se volete venire in vacanza a Buenos Aires, portatevi una torcia elettrica.