Credo che nonostante il sonoro poker subito dalla Spagna in quel di Kiev, gli azzurri possano tornare a casa a testa alta, consapevoli di aver gettato il cuore oltre l’ostacolo. Il primo ostacolo da superare, quest’Italia lo ha avuto all’esordio, quando ancora contro i campioni in carica sentiva la pressione relativa agli scandali delle scommesse. Il risultato allora fu beneaugurante; quello di ieri, certamente meno.
Un girone in sordina, passato non senza la grande paura di subire il “biscotto” che c’ha estromesso nel 2004. Una fase eliminatoria degna d’una grandissima squadra. L’inghilterra prima, caduta ai rigori, ma senza aver impensierito più di tanto la porta di Buffon; anzi, si contano ancora 2 pali degli azzurri nei tempi regolamentari. E la Germania, tanto accreditata da poter essere l’unica anti-Spagna, annientata per 90 minuti e abbattuta dalla doppietta di Balotelli, e rientrata in partita solo nel recupero.
La Spagna in finale c’ha umiliato nel risultato, non credo proprio nel gioco. Ricordo ancora che nel primo tempo, non buttavamo i palloni, ma uscivamo dalla propria area palla al piede, proprio come i migliori spagnoli. Poco prima che Motta si facesse male, e ci facesse perdere ogni residua speranza, Di Natale ha avuto una ghiottissima occasione dinanzi a Casillas. Poi è normale che Xavi e compagni si esaltino in superiorità numerica; noi arranchiamo, loro fanno girare palla e ci perforano. Niente di più semplice per loro.
Ma sarebbe da stupidi affibiare le colpe a Chiellini che non ha chiuso su Fabregas, e sul mancato ingresso di questo o quel giocatore: sicuramente eravamo un pò stanchi, e forse servivano forze nuove. Ma se Motta avesse giocato dal primo minuto e al 4 si fosse già stirato? Sono episodi che non puoi affatto calcolare. Così come adesso è inutile prendersela con Prandelli. Ha indovinato molte mosse nel cammino che c’ha portato in finale, ed ha plasmato un gruppo che viene da una ricostruzione importante, dove fino allo scorso mondiale (dove facemmo una figura di “emme” colossale) c’erano ancora dei “vecchietti” laureatosi “campioni del mondo” nel 2006.
Cosa chiedergli di più? Non è colpa sua se dopo tanti fraseggi, tocca a Cassano sbagliare l’ultimo tocco. Si proprio quello cui ti aspetti che non sbagli manco un appoggio. Così come hai da rimproverare poco anche agli altri, a tutti coloro che sono scesi in campo. L’amarezza più grande sta in quel risultato così largo, che mi fa tornare con la mente al sonoro 4a1 subito contro il Brasile di Pelè nel 1970; anche allora dopo aver battuto la Germania semifinalista, con il memorabile 4a3.
Siamo vicecampioni d’Europa e dobbiamo essere soddisfatti di questo. Siamo stati gli unici a segnare ai campioni all’esordio, e con quel 1 a 1 avevamo già dimostrato di potercela giocare con chiunque, nondimeno con coloro che da 6 anni a questa parte continuano ad alzare coppe, che siano mondiali o europee. Certo Pirlo non vincerà il pallone d’oro, ma ce ne faremo una ragione anche di questo.
Si riparte da questo ottimo risultato, con la speranza che anche le squadre italiane tornino a fare belle figure in campo internazionale, e che questo gruppo possa continuare a crescere ed a fortificarsi. Con Prandelli in panca o meno. Con l’innesto di alcuni giocatori, l’inevitabile “saluto” di qualcun’altro. Sappiate che non potrà essere ancora una volta la Spagna a vincere i mondiali brasiliani del 2014….