ParsifalMa perché “ai mercati” bastano tre parole di Draghi?

Confessa apertamente chi scrive di sentirsi del tutto digiuno di economia: e tuttavia, da normale cittadino, vive da tempo con naturale preoccupazione, venata dal legittimo timore sul futuro dei su...

Confessa apertamente chi scrive di sentirsi del tutto digiuno di economia: e tuttavia, da normale cittadino, vive da tempo con naturale preoccupazione, venata dal legittimo timore sul futuro dei suoi modesti risparmi e del suo tenore di vita, le notizie sulla crisi finanziaria che si abbattono ormai da molti mesi. Ora, da qualche giorno, sembra arrivare un pallido raggio di sole (ben venga) e si spera che lo spiraglio positivo si allarghi. Resta però per il profano una domanda : ma perché bastano tre parole di Mario Draghi (“Faremo di tutto per salvare l’euro”), oltretutto senza specifichi provvedimenti concreti, ad invertire la tendenza e a scatenare l’euforia nelle Borse? E ne segue subito un’altra: ma queste parole salvifiche non potevano essere pronunciate prima, magari già un anno fa, quando la tempesta d’agosto obbligò (almeno in Italia) a durissime e reiterate manovre “lacrime e sangue” ?

Che l’attuale presidente della BCE sia un “drago” dell’economia (oltre al “nomen omen” di latina memoria) ce lo ripetono da anni tutti i mezzi d’informazione. Ma allora è così grande il suo potere da mettere in fila come soldatini obbedienti tutti i governi del Continente e nello stesso tempo placare la frenesia speculativa degli onnipotenti mercati ? Oppure i meccanismi finanziari sono arrivati ad una distorsione tale da essere condizionati, in maniera favolistica, da voci e sussurri sempre più scollegati dall’economia reale e quindi disposti magari a credere provvisoriamente agli intenti di una istituzione autorevole, anche perché per i loro interessi un “tirare troppo la corda” nella speculazione selvaggia può ormai rivelarsi per loro medesimi di fatto controproducente ?

Le teorie complottistiche sui “superpoteri” nascosti e non democratici che userebbero le “tecnocrazie” non elette per guidare davvero il mondo ritornano periodicamente di moda e anche adesso hanno un certo seguito. Senza certamente seguirle per trovare una facile soddisfazione, restano però aperti tanti interrogativi. Ovvero che i mitici mercati finanziari abbiano raggiunto una dimensione tale da”mangiarsi” interi Paesi in sol boccone e da derubricare la politica e il governo degli Stati a una funzione accessoria, se non addirittura decorativa. E a imporre a popoli interi sacrifici pesanti e obbligati senza possibilità di alternativa. E non è forse venuta l’epoca non solo di porre un argine, ma di imporre un equilibrio legato alla realtà ?

Basteranno le parole di Draghi e altre che magari pronuncerà tra pochi giorni per far rientrare l’intero circo in un percorso di razionalità seppur limitata , oppure l’avvenire rimarrà fosco, incerto ed esposto a nuove tempeste ? Sui mercati e i loro possibili andamenti appare possibile fare previsioni con la medesima certezza e rigore scientifico che danno gli oroscopi. E tuttavia ai tanti stimati ed esperti cultori della “scienza triste” qualche indicazione è lecito chiederla: anche se molto spesso si sono rivelati bravissimi a profetizzare soltanto il passato…

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