Capitalismo e salame“Avevamo paura che il comunismo distruggesse il capitalismo, invece lo hanno fatto i broker”: le vignette sulla crisi

Tutti sanno bene che il Mercato (o meglio il mercato borsistico) non si fonda su delle regole ferree e uguali per tutti. La regolamentazione economica-finanziaria richiesta da vari Paesi europei (I...

Tutti sanno bene che il Mercato (o meglio il mercato borsistico) non si fonda su delle regole ferree e uguali per tutti. La regolamentazione economica-finanziaria richiesta da vari Paesi europei (Italia in primis) ha un obiettivo arduo: regolare gli umori degli operatori finanziari che agiscono all’interno del mercato. Ciò che viene richiesto in questo momento è una regolamentazione che eviti speculazioni finanziarie guidate e fondate esclusivamente sui presentimenti (strettamene personali) di ogni trader; una sorta di gioco d’azzardo. L’asimmetria informativa (i trader più importati hanno informazioni più precise sui possibili andamenti dei mercati) può essere ritenuta una della cause di questa pazza economia speculativa fondata sulle probabilità più vacillanti. Non sono le vere regole economiche (come l’equilibrio tra domanda e offerta) che smuovono gli arbitraggisti, ma regole basate su un’economia dei sentimenti (fondata esclusivamente sulle emozioni e sugli umori) che influenza il mercato. Capitalismo e Salame propone delle vignette sulla crisi, per alzare (o abbassare) l’umore e i sentimenti dei mercati e per cercare di capire, provando a riderci su, la crisi.

Per capire l’influenza dell’emotività dei grandi trader sul mercato basta guardare l’andamento dello spread nell’ultime settimane. Un’altalena di variazioni spinta dalle emozioni (e dai timori) degli operatori; tutti in attesa di dichiarazioni: da quelle di Mario Draghi a quelle della Bundesbank. La crisi, sin dalla sua nascita (2007) è stata influenzata da vari sentimenti: paura e frenesia prima di tutti. La paura di avere titoli spazzatura (subprime) ha portato a una frenesia (pazzia) finanziaria all’interno dei mercati. Il passaggio dalla paura alla frenesia ha condotto a un metamorfosi della crisi stessa: da crisi finanziaria a una crisi sociale (dovuta all’alta disoccupazione) passando per la crisi degli Stati sovrani nel vecchio continente (ancora in atto).

Il ridere è ritenuto una delle terapie più efficaci contro le più gravi malattie: viene definita gelotologia [dal greco gelos = riso e logos = scienza]. Proprio per questo motivo l’obiettivo di questo post è duplice: da un lato si spera che qualche grande operatore finanziario leggendo queste vignette diventi di buon umore ed eviti movimenti strani soprattutto nei mercati dei titoli derivati (assai pericolosi ma allo stesso tempo assai diffusi). In questo caso il ridere sarà l’antibiotico contro la speculazione. Dall’altro lato il post cercherà di offrire una visione comica della crisi a noi che la subiamo, trovando nel ridere il rimedio alla spirale di negatività e pessimismo portato dalla crisi.

Ovviamente non c’è nulla da ridere sulla crisi viste le sue continue e pesanti conseguenze (non solo a livello economico). Ciò che fa ridere, secondo me, è la crisi stessa, la crisi dell’Economia in quanto tale: la nostra totale mancanza e possibilità di reagire. Una crisi di reazione contro un sistema obsoleto. L’economia (la nostra casa) non è gestita più da noi stessi (che la creiamo) ma da pochi manager che operano su poche piazze finanziare ma in grado di influenzare la vita delle persone di tutto il mondo (sono i trader di della Borsa di Chicago, per fare un solo esempio, che decidono il prezzo del grano di tutto il mondo). La crisi economica come totale mancanza di controllo e gestione di un bisogno (bene) comune come la nostra economia, la nostra casa. Un po’ come se il nostro cane un giorno ci mettesse il guinzaglio e ci portasse a fare una passeggiata. Un po’ come se facebook, nato per “creare nuovi rapporti sociali “ ci portasse da un parte verso una solitudine reale e condivisa e dall’altra parte a una socialità immobile e oscura online.

Le vignette che seguono sono racchiuse del libro Vignette para una crisis (Random House Mondadori editore). Andres Rabago Garcia, in arte “EL ROTO”, riesce attraverso la sua satira a penetrare all’interno del ridicolo della crisi. Le vignette riassumono bene le caratteristiche comiche che caratterizzano la crisi prima e tutto il nostro intero sistema capitalistico. Come ci ricorda El Roto: «Con carta, inchiostro nero e un po’ di lucidità è possibile fabbricare uno strumento rivelatore universale che ci permette di fissare un’immagine di tutto quello che non smette mai di darci fastidio e rende le nostre vite più difficili, e così, una volta rivelato, poterlo vedere ovunque e sotto qualsiasi maschera con la quale ci si presenti. Lo strumento della satira ci fornisce questi raggi x, con i quali, letteralmente, potremmo vedere le ossa del nostro sistema».

Buone risate e riflessioni
Si ringraziano: Ugo Castellani (per le traduzioni) e Maria Chiara Piersanti (per la grafica) 

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