(sottotitolo: «Amore, oggi vai tu in spiaggia che con la piccolissima sto io» – scritto il 24 agosto 2012)
1
Accendere la tv e restare tuo malgrado fisso su Paolo Limiti – cognomen omen – essendo la televisione sintonizzata per default su Raiuno ed essendo tu immediatamente impossibilitato a cambiare canale causa emergenza pianto irrefrenabile
2
Riporre nella sdraietta a dondolo (sia lodato l’inventore sempre sia lodato) e cullare vigorosamente ma non troppo col piede mentre con la mano destra leggi il giornale e con la sinistra puoi cambiare finalmente canale – quando non devi scacciare le zanzare
3
Iniziare a leggere, nell’ordine, il pezzo di Fisk da Aleppo, l’ultima puntata della querelle interna a Repubblica e l’intervista di Giannini a Bersani – appunto, iniziare e basta
4
Nelle pause, mettere a bollire l’acqua per il biberon tra le 10 e le 15 volte in mezz’ora. Invano. Poi la situazione, puntualmente, precipiterà e dovrai fare tutto di fretta e l’acqua che avevi preparato nel frattempo sarà evaporata e non riuscirai a trovare nemmeno il barattolo di quella polvere bianca – che è ingiusto chiamare latte
5
Nel frattempo ricevere telefonate di aggiornamento dalla spiaggia che ti tranquillizzano sull’altra figlia («Pallonate sulla battigia e pedalò a riva, ma è tutto ok!!!») anzi in realtà ti allarmano, in scala, più delle cronache siriane dell’Independent di cui sopra
6
Rispondere fingendo di essere padrone della situazione, «sì, guarda, sto riuscendo addirittura a guardare i telegiornali e a leggere…»
7
Nei momenti di ottimismo dovuti a picchi di immotivata autostima, iniziare a leggere tutti gli arretrati delle ultime settimane – iniziare, appunto, seguirà crollo dell’autostima
8
Camminare sulle punte per non fare rumore ma impattare contro il box doccia in plexiglas che – come noto – produce uno dei rumori più acuti e riverberati sulla faccia della terra
9
Ma anche: sobbalzare (e vederti teneramente specchiato nel gesto gemello di tua figlia) quando l’unico refolo dell’estate più calda del secolo fa sbattere porte e finestre – di solito accade appena si addormenta
10
E soprattutto: restare col dubbio che quel sorrisetto che t’inchioda mentre la culli non sia un segno d’incontrollato affetto bensì una domanda implicita: «Ma chi ti credi di essere? Mamma?»