La Grande Mela GiallaDatemi motivi per non ripartire, per favore

Sono tornata in Italia, e me ne sono subito andata da Verona – la città dove vivo quando sono in patria e dove sono anche cresciuta – per raggiungere i dolci lidi natii del Salento. Non ho, quindi,...

Sono tornata in Italia, e me ne sono subito andata da Verona – la città dove vivo quando sono in patria e dove sono anche cresciuta – per raggiungere i dolci lidi natii del Salento.

Non ho, quindi, avuto molto tempo di rendermi conto di come le città italiane e i loro abitanti siano tristi e scontenti di questa Italia che sembra sciogliersi – anche letteralmente – come un Calippo al sole. Ma qualcosa ho colto.

Da Hong Kong al Salento il salto è lungo e non sto certo qui a osannare il sole, il mare e il cibo che in vacanza sono sempre i migliori, i più buoni, i più belli, tanto più se in quei posti di vlleggiatura ci sei nato e li senti scorrere nel tuo DNA.

Troppo facile sarebbe confrontare il caos infernale del centro di Hong Kong con la calma solenne del centro di Lecce, o il vetro e acciaio della Bank of China con il tufo barocco di Nardò per non parlare del cielo azzurro di Otranto e il cielo plumbeo di Kowloon. Troppo facile. Non mi interessa. Mentre mi interessa notare che una volta in vacanza ci si andava le prime settimane di agosto e dal 16 c’era il deserto, o quasi, sulle spiagge salentine mentre ora il 16 agosto c’era ancora più gente del 15.

Qualche amico mi spiega che ormai negozi e aziende chiudono anche la seconda metà del mese perché non c’e’ lavoro e preferiscono lasciare a casa i dipendenti. Tanti, poi, quelli rimasti a casa con città piene di autoctoni annoiati e qualche altro amico mi dice “Niente vacanze, non ce lo possiamo permettere, abbiamo un figlio, e quest’anno abbiamo scelto tra mutuo e vacanza e ha vinto il primo”. E mi continuo a chiedere: ma molti anni fa i nostri genitori non facevano la stessa cosa e di figli ne avevano sicuramente più di uno o due.

Quello che mi interessa è, anche, il refrain perenne di coloro – parenti, amici e vicini di telo-mare curiosi della mia vita ad Oriente – che invece di sollecitarmi a rientrare in patria per goderne bellezze e bontà mi hanno apostrofato “Non tornare, stai là, qui è la morte civile e sociale”.

Ah, benone e io che speravo in opere di convincimento al rimpatrio forzato…Fatto sta che quello che ho trovato al mio rientro, compresa Verona dove mi trovo ora per qualche giorno, è tanta desolazione. Desolazione di idee, speranze, desideri e progetti. Stanchezza, rassegnazione sembrano regnare nel popolo italiano.

Non generalizziamo, certo, ma la sensazione che sto provando è di essere in un Paese che non è più lo stesso, un Paese stanco e demoralizzato come i suoi abitanti. E il confronto con Hong Kong diventa diabolico e forse non corretto oggi.

Guardando la tv una sera d’agosto per caso con la mia mamma ho visto uno show in cui gli ospiti erano Loredana Lecciso, la moglie di Briatore di cui manco ricordo il nome, Pappalardo e Valeria Marini.

Caspita…non è cambiato nulla. Eppure non mi va di dire sempre le solite cose di coloro che stanno all’estero e quando tornano si lamentano perché tutto resta uguale. Però io vorrei capire dove sta il cambiamento, l’innovazione che fa uscire dai momenti bui e cerco tra amici e parenti una risposta.

Ora la cerco anche qui. Per favore aiutatemi a non lasciare il nostro Paese.

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