Non solo farmaci. Una compagna del Liceo aveva il papà pediatra e ricordo che le sue vacanze in posti da sogno rientravano tra le cose considerate normali. La tipa, però, ammetteva candidamente che erano offerte dalle case farmaceutiche.
Con un’amica malignavamo che il papà prescrivesse ai bambini solo le medicine delle aziende che avrebbero poi pagato i soggiorni relax. Sciocchezze adolescenziali di due ragazzine a cui sarebbe piaciuto andare sempre in hotel a 5 stelle al mare, in montagna e in collina.
Il decreto della spendig review mi ha fatto tornare in mente questi ricordi liceali. Ho così colto l’occasione per sentire un mio compagno di classe, attualmente medico. La faccenda sull’opportunità o meno di prescrivere farmaci griffati mi pare intrecci economia e onestà, qualità quest’ultima un tantino rara. Il dottor X spiega che:« Il generico è un farmaco altrettanto valido. Semplicemente ne è scaduto il brevetto e quindi tutte le industrie sono autorizzate a produrlo e a venderlo. Di conseguenza il prezzo inevitabilmente crolla: un po’ per la libera concorrenza, un po’ per il fatto che non devono pagare più il “diritto d’autore”».
E per quanto riguarda il dietro le quinte delle case farmaceutiche? «Già da tempo forti scandali hanno indotto i medici a comportamenti molto più prudenti. In genere attualmente le case farmaceutiche offrono ospitalità per congressi. A titolo di esempio l’ultimo congresso a cui ho partecipato costava 700 euro di iscrizione, più vitto e pernottamento. Molte case farmaceutiche acquistano posti per congressi e poi li regalano ai medici sperando che questi dottori siano riconoscenti e prescrivano il farmaco che loro producono».
No, non è che le ragazzine avevano visto bene?
Non finisce qui. Il mondo che ruota attorno ai principi attivi lascia un po’ di amaro in bocca e non basta un poco di zucchero per mandare giù la pillola. Per rimanere ancorati alla realtà un esempio indicativo potrebbe essere quello del finasteride venduto nel dosaggio di 5 milligrammi per curare l’ipertrofia prostatica e da 1 milligrammo per la calvizie. « Ebbene, la confezione da 5 mg che contiene 15 pasticche costa 9 euro (se le divido in 4 parti ottengo un totale di 60 pasticche da 1,25mg), invece la finasteride da 1 mg per il trattamento delle calvizie, costa qualcosa come 53 euro per 30 pasticche. Ovvero 100 euro per 60 pasticche che si possono ottenere con 9 euro. È onesto?».
Per i fautori delle spese folli dividendo la pasticca non si ha garanzia di avere nelle 4 parti la stessa percentuale delle componenti del principio attivo. «Assurdo, è come se in una fetta di panettone ci fosse solo farina, in un’altra solo uovo, in un’altra ancora solo latte. Stranamente da un po’ le pasticche di finasteride da 9 euro sono commercializzate a forma di trapezio, così da rendere più difficoltoso dividerle in quattro parti».
W l’Italia