Asteco e cieloSerie A, chi è senza stranieri scagli la prima pietra

Nello scorso week-end si è giocata la prima giornata della nuova stagione calcistica italiana. Dando un occhiata alle formazioni non ho potuto fare a meno di notare la forte presenza di calciatori ...

Nello scorso week-end si è giocata la prima giornata della nuova stagione calcistica italiana. Dando un occhiata alle formazioni non ho potuto fare a meno di notare la forte presenza di calciatori stranieri: Su 10 partite, 280 giocatori in campo (considerando anche chi è entrato a gioco in corso) 139 sono stranieri, una percentuale del 49,64% quasi la metà. Dunque per ogni calciatore italiano c’è un alternativa non italiana.

Non voglio scendere nel particolare rischiando (indirettamente) di bacchettare o peggio ancora elogiare strategie Made in Italy dei club. Il mio non è nemmeno un discorso razzista o patriottico. Ben venga l’apertura in Nazionale a chi Italiano si sente e decide di giocare con i colori azzurri, anche se nel nostro paese, dilaniato dal pregiudizio piu’ che dai dialetti, l’idea sembra pura utopia (vedi Balotelli).

La mia vuole e deve restare una constatazione amichevole. Sopravvivere in massima serie costa tantissimo. L’assenza di tetti salariali, quei contratti miliardari d’argilla modellati piu’ volte nel corso della loro durata proprio non facilitano le cose. Investire (tappandosi il naso alla puzza di un ricavo incerto) nel settore giovanile è possibilità di pochi. Si ricorre allora alla manodopera a basso costo, ammortizzando così la spesa di cartellini e ingaggi in piu’ stagioni. Alchimie infelici che rischiano di diventare l’alibi per un delitto perfetto… all’italiana.

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