Non c’eravate. Se c’eravate stavate dormendo. E se dormivate, stavate sognando un’altra cosa. Per cui, ecco cosa vi siete persi degli ultimi sette giorni nell’ex-Jugoslavia.
BOSNIA ERZEGOVINA
Venerdì è cominciata ufficialmente la campagna elettorale in vista dell’appuntamento con le elezioni locali del prossimo 7 ottobre. A Banja Luka, gli attivisti del comitato “Spasimo Picin Park”, (“Salviamo il Picin Park”) hanno organizzato una marcia di protesta per criticare la malagestione della politica in Republika Srpska.
Protestano i contadini contro il Ministro dell’Agricoltura, Jerko Ivanković : i produttori agricoli lamentano il mancato pagamento dei sussidi per gli anni 2010 e 2011 e, soprattutto, la mancata creazione delle certificazioni che permetterebbero al paese di continuare ad esportare nella vicina Croazia, quando questa entrerà a tutti gli effetti nel mercato comune europeo.
Un rapporto di Transparency International denuncia l’assenza di lotta alla corruzione nel paese: di un pacchetto di 81 provvedimenti contro la corruzione, a distanza di tre anni, solo due risultano totalmente attuati.
CROAZIA
L’agenzia di rating Fitch ha rivisto ad inizio settimana la prospettiva dello status del debito pubblico croato da un giudizio negativo in ”stabile”, mantenendo al contempo a BBB- la valutazione del rating creditizio sui titoli in valuta straniera a lunga scadenza. Fitch ha inoltre stimato che il Pil nazionale della Croazia quest’anno dovrebbe vedere una contrazione dell’1,7 per cento.
La Croazia cerca di attrarre sempre più investimenti cinesi: secondo Zagabria, ai cinesi verrà proposto nelle prossime settimane di modernizzare gli aeroporti di Veglia, Osijek e Zara; Zagabria potrebbe offrire in concessione a Pechino anche la gestione della propria rete autostradale.
MACEDONIA
L’otto settembre la Macedonia ha festeggiato il ventunesimo anniversario dalla sua indipendenza. Nello stesso giorno del 1991, la Repubblica otteneva la secessione dalla Serbia mediante Referendum popolare. Per la ricorrenza, un nuovo monumento è andato ad aggiungersi al complesso di statue, contestatissimo, previste nel progetto di “Skopje 2014”.
Il processo ad un poliziotto Macedone, accusato di avere ucciso due ragazzi Albanesi, è stato rinviato venerdì a data da definirsi per motivi di pubblica sicurezza.
MONTENEGRO
“Le riforme nel settore agricolo saranno uno dei punti più importanti nei negoziati tra il Montenegro e l’Unione Europea”: lo dice Bruxelles e lo conferma Dragoljub Nenezić, capo dell’Unione Agricola del Montenegro. “Migliorare l’agricoltura Montenegrina elevandola agli standard europei è una grande sfida”, ha aggiunto, e lo Stato “dovrà riuscire ad aiutare quelle cinquantamila famiglie che nel nostro paese fanno ancora affidamento sull’agricoltura per il proprio sostentamento”.
SERBIA
L’otto settembre è cominciato a Belgrado un congresso decisivo per il futuro dei Socialdemocratici di Boris Tadić, ex-presidente della Repubblica. Tadić ha fatto sapere “di voler analizzare le responsabilità di ognuno” nella disfatta elettorale dello scorso maggio, e che “non risparmierà le critiche nemmeno a se stesso”.
L’analfabetismo in Serbia riguarda più di un milione di persone, secondo un’inchiesta riportata dal quotidiano “Blic”. Il venti per cento della popolazione inoltre non avrebbe nemmeno terminato la scuola media inferiore.
L’Ue ha messo ufficialmente in guardia Belgrado: non ci sarà integrazione Europea senza riconoscimento del Kosovo.
La Serbia ha protestato contro la decisione di Priština di adottare il prefisso telefonico Albanese per le chiamate internazionali. Secondo Hamadoun Toure, segretario generale dell’Unione Internazionale per le Comunicazioni, tale scelta è illegittima e costituirebbe “un pericoloso precedente”. Sali Berisha, il premier Albanese, seppur dichiaratosi “assolutamente favorevole, in principio”, ha fatto sapere che darà il suo parere sulla questione solo dopo essersi consultato con degli esperti.
SLOVENIA
Per la Federal Reserve statunitense, la Slovenia non è in condizione “di far fronte ai propri problemi finanziari da sola”. Lo dice l’economista Egon Zakrajsek, per il quale “il paese avrà sicuramente bisogno del bailout”: “abbiamo già passato il Rubicone”.