L’amica a cui non arrivano più lavori e suo marito uguale. L’amico che non viene pagato da mesi. Quello che rischia la cassa integrazione. O il licenziamento. Quella che le darebbero dei soldi (pochi) pur di farla andare via e si angoscia sul che fare. Quella che contava su un mutuo che non arriverà più, e allora se ne dovrà andare. Via di casa. Via dall’Italia.
Non sono più lontane le storie della crisi.
Non è più qualcosa di cui parlano i giornali, ma poi i ristoranti sono sempre pieni (cit.)
Adesso ognuno di noi, o almeno la maggior parte, cammina su un sentiero stretto e affollato, sotto una pioggia di frecce che si fa sempre più fitta, e se le hai scansate finora, al prossimo passo la freccia potrebbe infilzare proprio te. E tu lo sai.
Basta un passo falso, tuo o di chi ti dà lavoro.
Basta un incidente, basta, per esempio, una separazione.
È tutta una questione di equilibrio, siamo tutti (o quasi) equilibristi.
È per questo che un film come Gli equilibristi, appunto, fa tanto male (ci sono volute un paio d’ore perché io, messe da parte le lacrime, riuscissi di nuovo a respirare come si deve).
Perché sai che non è più una storia che difficilmente ti riguarderà.
Perché è una storia che forse invece ti riguarda già.
Giulio è un padre simpatico e travolgente, capace di giocare con suo figlio di otto anni e di condividere emozioni con la figlia sedicenne. È anche un marito innamorato, lo si capisce, solo che ha toppato, ha preso una sbandata, “ha fatto una cazzata”, come dice lui, solo che questa cazzata si fa tortura per la moglie che resta improgionata nel dolore e nell’umiliazione e allora non resta che separarsi, nonostante tutto (i figli, la casa, l’amore), e poi si vedrà.
Ma “il divorzio è per quelli ricchi”, come gli dice un compagno di sventura, e Giulio lo capirà in fretta perché la separazione fa raddoppiare le spese: quello che prima permetteva una vita dignitosa adesso non basta più e Giulio finirà in un incubo che diventerà inferno, e che lo devasterà.
È un bel film Gli equilibristi. Duro, quasi insostenibile, ma un film che denuncia in modo onesto, senza mai spiazzare ma anche senza mai cadere in facili rigidità ideologiche, la crisi di questa nostra società sempre più povera. Gran parte del merito va a Valerio Mastandrea, mia nuova passione a questo punto, che regala una prova da attore da applausi per la delicatezza, la sobrietà, la tenerezza con cui dipinge Giulio, senza mai strafare, arrivando così dritto al cuore. Nostro e suo. E infatti, se mai salvezza ci sarà, per Giulio e per noi tutti, questa arriverà dall’aiuto che ci potremo dare gli uni con gli altri. Se mai salvezza ci sarà, pare dire il regista De Matteo, questa arriverà dall’amore e dalla solidarietà.
19 Settembre 2012
Marta che guardaGli equilibristi, di Ivano De Matteo. Perché oggi il divorzio è per quelli ricchi.
L'amica a cui non arrivano più lavori e suo marito uguale. L'amico che non viene pagato da mesi. Quello che rischia la cassa integrazione. O il licenziamento. Quella che le darebbero dei soldi (poc...
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