La materia non è solidaIl crepuscolo della benzina

C'è un che di crepuscolare nell'ultima pubblicità Eni con Rocco Papaleo. La réclame annuncia una campagna di sconti, credo la prima nella storia delle multinazionali del petrolio, da parte di un'i...

C’è un che di crepuscolare nell’ultima pubblicità Eni con Rocco Papaleo. La réclame annuncia una campagna di sconti, credo la prima nella storia delle multinazionali del petrolio, da parte di un’industria sull’orlo del baratro. “Stiamo morendo, vi prego comprateci” sembra dirci. Un’iniziativa simile alla Fiat che recentemente a chiunque, ma proprio chiunque, compri un’auto blocca per tre anni il prezzo del carburante (tra l’altro le cose non stanno proprio così).

Lo slogan “riparti con Eni” apre il campo a una serie di letture ironiche che svelano la cieca aggressività dominante tipica dei colossi industriali. Al di là di del sottotitolo allo slogan che sa più di minaccia che altro – “stare ancora più vicino agli italiani” – quel “riparti con Eni” significa: rimetti in moto la produzione di carburante che ha già il destino segnato; fai ripartire un’industria in agonia; ripartiamo, tanto questa crisi è solo un momento passeggero visto che è essa stessa a strutturare il ciclo del consumo basato sullo sfruttamento folle delle risorse. E nel finale, dove il povero attore italiano afferma: “Se non ripartiamo così, quando ripartiamo”, è contenuta la menzogna più grande, che è quella di far credere che non si tratta soltanto del sistema di produzione migliore, ma anche l’unico.

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