Da oltre 10 anni ho paura dell’aereo. Lo prendo, ma lo temo. Una sequenza di gesti scaramantici, sempre la stessa da due lustri, accompagna ogni mio viaggio.
La prima volta che Tancredi ha messo piede su un aereo aveva due mesi soltanto: appollaiato sul mio seno, è arrivato a destinazione senza neanche accorgersene.
Poi Tancredi è cresciuto e seduto dritto sulle mie ginocchia ha pianto tutto il tempo, perché temeva di essere in gabbia.
Ora Tancredi, per le compagnie aeree non è più Infant, ma Child, che in soldoni vuol dire che ha diritto a una poltrona tutta per sé, a una cintura di sicurezza tutta per sé, a un giubbotto salvagente come il mio. Un altro mondo! Per lui e per me.
Tancredi vola e a lui piace volare e da quando, con le sue manine, a ogni partenza simula il decollo e poi l’atterraggio, io ho un po’ meno paura.