La crisi europea è stata al centro della scena in occasione del simposio internazionale della Fed a Jackson Hole. Banchieri, economisti e comunità finanziaria si aspettano molto dalla Bce, i riflettori sono puntati sul Consiglio Direttivo di giovedì prossimo. I non europei sono preoccupati dal rallentamento dell’economia globale e incoraggiano misure adeguate. Cosa accadrà nel vertice di giovedì?
Nessuna singola opzione è prevalsa finora sulle altre – questo è abbastanza ovvio, data la posizione di Bundesbank. L’iter messo in piedi da Mario Draghi dovrebbe essere il seguente: Il Comitato esecutivo della BCE invierà un paper contenente un ventaglio di opzioni ai 17 governatori domani (martedì), un giorno prima della riunione del Consiglio direttivo. E giovedì si andrà al voto sulla proposta condivisa. “La BCE deve agire e prima lo fa, meglio è” è il coro unanime di analisti e referenti delle istituzioni.
Due sono i dubbi. Innanzitutto, la mancanza di un accordo su una chiara preferenza, la complessità della materia e la mancanza di tempo aumentano il rischio che Draghi non illustrerà un piano dettagliato a tal punto da consolidare la fiducia dei mercati. In secondo luogo, posto che vi sia una forte ed espressa volontà della Bce di intervenire sul mercato, non dimentichiamo che Italia e Spagna, ad esempio, dovrebbero fare richiesta di intervento, firmare un memorandum d’intesa che implica condizionalità, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero. E non è detto che lo facciano.
3 Settembre 2012