Una piccola chicca per cominciare meglio la settimana: negli anni cinquanta, consumatasi la rottura tra Tito e Stalin, la Jugoslavia fu costretta a ridefinire le proprie coordinate culturali. Con risultati a dir poco sorprendenti.
L’autrice Slovena Miha Mazzini e il magazine online Bturn ci regalano una vera e propria chicca, raccontando l’effimera stagione della febbre messicana in Jugoslavia: nel 1948, il leader Jugoslavo Josip Broz Tito ruppe la sua alleanza con Stalin. Il paese si trovò improvvisamente al centro di due blocchi, quello del libero mercato e quello sovietico. Il regime Titino imprigionò molti simpatizzanti della Russia Stalinista (reali, o immaginari). I film Russi, improvvisamente, non furono più così popolari.
Le autorità Jugoslave dovevano cercare nuove coordinate culturali di riferimento. Le trovarono in Messico : un paese lontano, i cui carri armati non sarebbero mai e poi mai apparsi alle frontiere Jugoslave e, soprattutto, un paese in cui « la rivoluzione » era costantemente esaltata nei cinema.
“Un Dia de Vida” (1950) di Emilio Fernandez divenne così popolare – scrive la Mazzini – che ancor oggi molti anziani nei paesi dell’ex Jugoslavia la ritengono una delle pellicole più famose di tutti i tempi, anche se con ogni probabilità essa è sconosciuta in ogni altro paese (compreso il Messico).
Una vera e propria « febbre messicana » contagiò la Jugoslavia, con il risultato che moltissime false band messicane si formarono in tutto il paese. Sul sito dell’autrice è possibile trovare una cospicua galleria di copertine di Lp Jugo-Messicani dell’epoca. E anche qualche delicatissima perla di una delle koiné musicali più bizzarre di tutti i tempi.
Ljubomir Milic i Ansambl Paloma – Ne tesite tudje zene
Djordje Masalovic – Nestali su Dani Tuge
Nevenka Arsova – Paloma Negra