Tesoro, mi si è ristretta l’aula (© Madre)!!! Tesoro, è aumentata la retta (© Padre)!!! Nemmeno nel giorno del rientro in asilo combaciano i punti vista di coppia.
Mamme over 40 che – con l’autostima a palla per l’abbronzatura e in bilico su stiletti 12 – emulano la mamma di Sam Sam, celeberrima icona sexy del mondo mammesco; bimbi galvanizzati da due mesi di deregulation, giochi estremi a briglia sciolte, spesso con la connivenza nonnesca: il figlio del fricchettone ha introitato, in camping, il preclaro esempio di Puzzozozzo (quello che nel cartone di cui sopra mangia nella spazzatura) nel migliore dei casi – perché nel peggiore emette boati ai livelli del topo di fogna di “Giù per il tubo”.
«Ma non sarà che abbiamo sbagliato plesso e qui hanno spostato le elementari?». Sarà che dopo l’estate ti sembrano tutti cresciuti – tranne l’aula, vabbe’…
Provate a mettere 30 delfini in una vasca 3×5. Se i Delfini sono la classe di vostra figlia e la vasca è – o dovrebbe essere – la loro aula, alla quale forse per cinismo è stato anche applicato il finestrone laterale modello acquario, la cosa non può non accadere in un asilo visto che siamo in tempi pet-friendly e per gli animali, in testa i beagles, c’è il massimo rispetto. Figurarsi per i delfini.
Il rientro però ti ha fatto trovare anche 10 euro in più nella retta (è uno dei casi in cui si può usare l’espressione «d’amblè») perché i valori – metratura dell’aula e spesa mensile – sono inversamente proporzionali: è la croce che devono portare i forzati dell’asilo privato, color che son sospesi tra i gironi danteschi pubblici e il paradiso «homeschooling» di cui parlava l’altro giorno Vanity Fair (a proposito, ecco a che punto stanno in Calabria gli asili domiciliari).
L’aggravante del «compagnuccio» in più (non fatevi ingannare dal vezzeggiativo) e gli spazi ristrettisi renderanno più agevole la socializzazione ma soprattutto la contrazione di virus, tossi perpetue settembre-maggio e pidocchi. La vicenda dei temutissimi parassiti, una volta deflagrata, assumerà risvolti politico-sociologici, con tanto di lettura xenofoba (alcuni scaricheranno puntualmente la colpa su non meglio precisati «figli di extracomunitari che godono degli stessi servizi di noi onesti cittadini che paghiamo le tasse») e massimo riserbo sull’“untore” da parte delle maestre e dei vertici dell’istituto, che tenderanno anzi a minimizzare: mamme sul piede di guerra, ci manca poco e la loro rappresentante invoca un tavolo di concertazione. Scommessa: tra i punti all’ordine del giorno, i papà proporrebbero di inserire anche quei 10 euro di troppo. Che, visti i tempi, sono pur sempre 5 litri di benzina.