Negli ultimi tre mesi il titolo di Google ha volato a Wall Street bruciando un record dopo l’altro, fino alla quotazione di 774,38 dollari di questo pomeriggio.
Stasera tuttavia la società R.R. Donnelly, specializzata in comunicazioni finanziarie, ha depositato il report del bilancio trimestrale del gruppo di Mountain View in anticipo rispetto alla chiusura degli scambi. Il ricavo di 2,18 miliardi è inferiore a quello dello stesso periodo del 2011, che ammontava a 2,73 miliardi.
Il valore del pay-per-clic su cui si fonda la vendita di inserzioni pubblicitarie è calato del 15% rispetto ad un anno fa, e del 3% rispetto al trimestre precedente. Il Wall Street Journal compendia che i profitti sono scesi e i costi sono aumentati, e che era piuttosto facile prevedere il risultato depositato in serata. Come notano Randall e Shih su Google pende anche la minaccia dell’apertura del processo voluto dall’FTC, l’Antitrust americano, prevista per il dicembre di quest’anno. Infine, l’ansia dei mercati sorge dai costi dell’acquisto di Motorola, che non è ancora chiaro in che modo Google possa far rientrare in utile.
L’effetto è stato disastroso: le azioni di Google hanno perso il 9% prima di essere ritirate dalle contrattazioni. Mountain View depreca l’errore di R.R. Donnelly, e dichiara che le contrattazioni saranno riaperte dopo la consegna della versione definitiva del report. In quella attuale, compare un (involontariamente comico) «pending Larry quote» nel punto in cui dovrebbero comparire le dichiarazioni del CEO e fondatore di Google, Larry Page. Nel frattempo la dichiarazione è diventata un profilo virale su Twitter.