Yes we ScanGrillo primo in Sicilia, lo dice il sondaggio Tonkav (ma l’agenzia Tonkav non esiste)

Messa così, per come uno vede e legge il titolo, foneticamente si penserebbe ad un nuovo caso Mitrokhin: ma non è così. In realtà siamo al cliché della commedia italiana che potrebbe ricordare il m...

Messa così, per come uno vede e legge il titolo, foneticamente si penserebbe ad un nuovo caso Mitrokhin: ma non è così. In realtà siamo al cliché della commedia italiana che potrebbe ricordare il mitico film di Nanni Loy “Pacco, Doppio Pacco e Contro-paccotto”.

“I giornali ci dicono che siamo la seconda forza politica in Italia, in Sicilia siamo la prima forza politica: ecco perchè nessuno parla di noi in questi giorni”. La battuta di Grillo non è passata inosservata e il comico genovese l’ha lanciata da un Tir che faceva da palco in una piazzetta di Vizzini, in provincia di Catania per poi reiterala in serata nel comizio show di Mazzarino, nel nisseno, come raccontato nel reportage de Linkiesta. Quando a fine manifestazione il cronista avvicina il leader del M5S per avere chiarimenti e fonti su quella battuta, Grillo chiama tale “Sebastian”: una sorta di web doctor catanese che apre il tablet esibendo dati e rilevazioni a supporto, citando la Tonkav. Ora, proviamo a capirci per un attimo con uno stratagemma. Siccome è vietata la pubblicazione dei sondaggi entro i 15 giorni antecendenti al voto, financo quelli resi noti prima di tale termine: proviamo a descrivere il fenomeno Tonkav in modo dozzinale usando una metafora edilizia. In sostanza, secondo la fantomatica Tonkav, le previsioni catastali che riguardano il condominio siciliano vedrebbero Musumeci al piano più alto con tanto di attico, seguito al penultimo piano da Crocetta, al terzultimo da Miccichè e al quart’ultimo piano Cancelleri il cui agente immobiliare è Grillo. Tuttavia, benchè l’inquilino Cancelleri non riuscirà ad essere amministratore di tutto il condominio, è al piano del grillino che – secondo il comico – ci sarebbe la cubatura maggiore con il più alto numero di vani. Occorrerà comunque attendere la licenza edilizia definitiva del 28 ottobre, perchè si possa dire quale forma prenderà alla fine quel condominio che già fa discutere sulle possibili archittetture.

C’è un piccolo problema però: la Tonkav non esiste. Quei dati sono stati “goebbelsianamente” clonati a ripetizione dall’incontrollato mondo della blogosfera, da siti non certificati e dai social network come fosse un dato affidabile. Non esiste alcuno dominio Tonkav.it, .com, .org, .info, .net e via andare. Idem su Facebook ed altri social un po’ più certificati. Se si digita “Tonkav” su Google, spuntano i numerosi articoli clonati a ripetizione e condivisi su social e blog che annunciano la cubatura aumentata a dismisura di Grillo nel condominio siciliano. Oppure, si incappa in un formidabile suggerimento da parte del più celebre motore di ricerca. “Tonkaw” (o “Tonkawa”), tribù degli american native che ha radici in Oklahoma e nel Texsas: e qui siamo già a Indiani Vs Cowboy.

Non sono in pochi a pensare che dietro questa leggenda informatica dell’Affaire Tonkav, ci sia stata una mossa mediatica studiata a tavolino (e che ricorda pure un conosciuto ex Presidente del Consiglio abituato a sparate simili in piena campagna elettorale) ma non sono nemmeno in pochi, soprattutto tra i tifosi di Grillo e Musumeci, a pensare che proprio in virtù del blackout sui sondaggi, dietro l’istituto demoscopico declinato con il nome di un ex-agente Kgb ci sia un soggetto professionale che non può apparire a causa dei divieti in corso.

La legge in tal senso è chiara. Art.8 comma 1 legge del 22 febbraio 2000, n. 28: “Nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto”.

Tuttavia l’Affaire Tonkav mette in luce tutte le ambiguità e le ipocrisie del caso. Non solo perché rischia di ripetersi la pubblicazione via Twitter dei sondaggi beffando il blackout come nel caso dell’ultima campagna elettorale in Francia (anche lì sono vietati in zona Cesarini prima del voto) dove via-via venivano retwittati i dati che davano in vantaggio Hollande: ma anche perchè, da Floris fino a Vespa, i principali contenitori televisivi di politica, sembrano proprio fregarsene del divieto di pubblicazione dei sondaggi proposti a milioni di telespettatori.

A questo punto il legislatore dovrà pur metterci mano per metter fine a questa ipocrisia togliendo il divieto e lasciando liberi i sondaggi così come avviene negli States. Non foss’altro che si eviterebbe così una tragicommedia degli equivoci e si eviterebbe pure che Grillo – ove la Tonkav si rivelasse un clamoroso “fake polls” – rischi di passare per un venditore di auto usate del Winconsin.

Con tutto il rispetto per i venditori di auto usate del Wisconsin, ovviamente.

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