ContronotiziaIn vino veritas: cos’è una (vera) cantina green

Voglio partire con un dato: ogni anno, in Italia, sono prodotte circa 5 miliardi e mezzo di bottiglie di vino. Inizio il post con il dato numerico perché solitamente resta ben impresso. Teniamolo a...

Voglio partire con un dato: ogni anno, in Italia, sono prodotte circa 5 miliardi e mezzo di bottiglie di vino. Inizio il post con il dato numerico perché solitamente resta ben impresso. Teniamolo a mente e poi alla fine facciamo due conti.

Si parla molto di sostenibilità delle cantine vinicole. Ci sono quelle che lo sono un po’, quelle che pensano di esserlo, quelle che si “spennellano” di verde per accaparrarsi premi e visibilità e poi ce n’è una che fa veramente sul serio.Non parliamo neanche di programmi di compensazione del tipo: inquino un po’ ma ti pianto l’albero nel Madagascar. No.

Si chiama Salcheto, sta a Montepulciano in provincia di Siena, ed è il frutto della mente un pò folle e illuminata di Michele Manelli, giovane imprenditore deciso a perseguire la vera strada dell’ecosostenibilità. La vera strada.

Nel 2011 la cantina ha staccato la spina. E’ diventata Off Grid, questo significa che è un nucleo completamente autonomo, un organismo in grado di “vivere” di energia e risorse proprie. In poche parole è la prima cantina al mondo che non si avvale della rete di distribuzione energetica tradizionale.

In che modo? Integrando tecnologie e soluzioni finalizzate a perseguire la sostenibilità di tutti i cicli produttivi partendo prima di tutto dal risparmio energetico, che si sa è la fonte più pulita e rinnovabile che ci sia. Così, per illuminare la cantina si usano lucernari specchiati e si lavora con i ritmi del giorno e si sfruttano giardini verticali ed acqua per difendere la cantina dal caldo (anziché climatizzandola), sfruttando anche il fresco della notte con ventilazioni mirate. L’energia per il raffreddamento vero e proprio (per il processo produttivo) viene invece dalla geotermia (a “bassa entalpia” che sfrutta 900 metri di sonde interrate a bassa profondità lungo i filari), mentre l’acqua calda si ricava dalle biomasse legnose scartate dalle lavorazioni di campagna. Con un piccolo campo fotovoltaico infine, si soddisfa il fabbisogno di energia elettrica dei vari macchinari.

Sofisticati impianti di depurazione e scambio di calore permettono di sfruttare, per la produzione, l’acqua del laghetto antistante la cantina recuperando le acque piovane (che servono per l’irrigazione). La piantumazione di specie arboree e autoctone, come ad esempio il Salice – da cui, tra l’altro, deriva il nome Salcheto – contribuiscono assieme al vigneto all’assorbimento delle emissioni “in loco”. L’impiego di queste tecnologie consentirà in primo luogo di risparmiare 46 mila euro di bollette all’anno, giungendo ad ammortizzare l’intera cifra investita entro i 7-8 anni. Per gli appassionati consiglio da dare uno sguardo al progetto nel dettaglio.

Salcheto, in collaborazione con l’Università di Siena ed il CNR Ibimet, ha calcolato con precisione quante emissioni produce una bottiglia di vino. La Carbon Footprint, cioè, quanta CO2 viene immessa nell’atmosfera per la produzione standard di una bottiglia di nettare degli dei da 0,75 litri. Dalla vigna alla tavola: ben 1,83 kg di anidride carbonica. Tenendo conto che i vigneti assorbono già 0,38 Kg di CO2eq per bottiglia il saldo su cui intervenire è quindi di 1,45 Kg.

Salcheto le emissioni le abbatte per davvero. Almeno quelle “di sua competenza”, relative alla produzione, la fase che, stando ai dati della ricerca che ha tenuto conto di tutti i passaggi della filiera, costituiscono quasi la metà dell’impatto ambientale del vino. Il restante delle emissioni deriva invece dalla produzione (a monte) dei materiali di confezionamento (32%) e dalle attività commerciali di vendita, incluso il trasporto (19%).

Per portare il grande valore di questo lavoro al consumatore, il team di ricercatori ha elaborato un calcolatore che rende il calcolo delle emissioni dinamico rispetto al luogo dove il vino viene effettivamente consumato.

Il calcolatore è facile da utilizzare. Sulle etichette del vino c’è una web-tag: basta puntarle contro il tuo telefonino, collegarsi a internet e si accede all’applicazione che indicherà al consumatore la quantità di emissioni conseguenti il consumo di quella bottiglia in quel luogo. Salcheto da la possibilità al consumatore consapevole o semplicemente curioso di sapere quanti gas climalteranti sono stati generati dal vino che sta bevendo. E dove lo sta bevendo. Italia, Shangai, Australia. Non importa.

Un puro divertissement di Manelli? Non proprio, visto che tra Montepulciano e San Francisco le emissioni raddoppiano, ma anche perché se sai quanto impatta sull’ambiente brindare con il suo vino Nobile, puoi decidere di mettere in campo delle azioni per neutralizzare le emissioni di gas clima-alteranti generate dalla bottiglia. Un modo di intervenire efficacemente cambiando piccoli gesti della nostra quotidianità. Qualche esempio:

Luogo Kg. CO2eq. / bott. Azione Compensativa Kg. Compensati ed equivalente in Vino
Montepulciano 1,58
Milano (Italia) 1,62 5 piani di Scale al giorno VS. Ascensore 0,3 = 1 bicchiere
Beauvais (Francia) 1,70 800 km. Treno VS. Aereo Leggero 46 = 4 casse (24bt.)
Mont Meron (Israele) 1,83 Carne Importata VS. Pesce del Mediterraneo 1,85 = 1 bottiglia
Fortaleza (Brasile) 2,39 9 Alberi piantati e curati 675/anno = 282bt
San Francisco (USA) 2,45 4 km. a Piedi VS. Automobile 0,8 = differenza con vino locale
Shanghai (Cina) 2,90 93 ore di un Computer acceso al mese 2,90 = 1 bottiglia
Tokyo (Giappone) 2,99 Riduzione Rifiuti e 100% “non indifferenziato” 0,4/giorno = 1 bottiglia ogni 8 giorni

Tutto ciò va ben oltre la teoria, tutto ciò non ha nulla a che fare con i falsi green. Bene, vi ricordate il numero che vi ho dato all’inizio del post? Cinque miliardi e mezzo di bottiglie prodotte in Italia.

Secondo una stima, applicando il modello-Salcheto all’intera produzione nazionale, si potrebbero ridurre le emissioni di qualcosa come 2,3 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di una quantità che valutata a livello internazionale, nell’ambito della compravendita di emissioni, avrebbe un valore commerciale pari a circa 46 milioni di euro.

Il progetto di Salcheto si inserisce all’interno di una sfida lanciata dalla Provincia di Siena che ha l’ambizioso obiettivo di diventare il primo territorio Carbon Free al mondo entro il 2015, portando il bilancio dell’anidride carbonica ad un livello neutrale attraverso progetto di riduzione delle emissioni e di compensazione.

E, dulcis in fundo, il vino è eccellente. L’azienda si è guadagnata per tre volte i 3 bicchieri del Gambero Rosso oltre a innumerevoli riconoscimenti internazionali. Provare per credere.

Dati alla mano, nel mio piccolo, ho cercato di immaginare come impatta un blog sull’ambiente e ho scoperto che:

Secondo il Dr. Alexander Wissner-Gross, attivista ambientale e fisico di Harvard, un sito web produce una media di circa 0,02 g di CO2 per ogni visita. Assumendo 15.000 pagine visite al mese (magari!), questo si traduce in 3,6 kg di CO2 l’anno. Questa produzione è legata soprattutto al funzionamento dei server.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) calcola che un albero assorbe ogni anno in media circa 10kg di CO2. Consideriamo prudentemente 5kg l’anno per ogni albero.

Dunque, piantando un albero (che mediamente vive 50 anni), neutralizzo le emissioni di CO2 per 50 anni…

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