Ora è ufficiale: dal primo gennaio, in coincidenza coi suoi 80 anni, l’edizione cartacea di Newsweek andrà in pensione. È un tema di cui si è dibattutto molto nelle stanze dello storico settimanale Usa, un tema che era stato anticipato pochi mesi fa e che oggi il direttore Tina Brown ha chiarito una volta per tutte.
Il Daily Beast di Brown (con cui si è fuso Newsweek dopo che il Washington Post, sotto il peso di un debito di circa 30 milioni di dollari, lo cedette per un dollaro) attira ora 15 milioni di utenti unici al mese, con un aumento del 70%, di cui una gran parte, dice Brown, viene proprio dall’avere inglobato lo storico settimanale.
Una cessione, quella a un dollaro, che fu preferita a un’altra opzione: vendere al gruppo cinese Southern Media. Secondo le voci che circolavano all’epoca, i cinesi erano pronti a sborsare quasi duececento milioni di dollari. Una cifra che, se vera, avrebbe messo a posto i conti di tutto il gruppo Washington Post. Ma era un boccone avvelenato: voleva dire diventare il cavallo di Troia di Pechino nei media Usa. Oltretutto dopo che un figuro come il miliardario messicano Carlos Slim era entrato nel capitale del New York Times.
Ora ci siamo. Addio carta. Ora che il 39% degli americani si informano online (dato del Pew Research Centre), scrive Brown, «nel nostro modo di vedere, abbiamo raggiunto un punto di svolta in cui possiamo raggiungere in maniera efficiente ed efficace i nostri lettori in un formato del tutto digitale».
Certo, ci saranno ulteriori licenziamenti, avvisa l’ex direttrice di Vanity Fair, ma finalmente il dado è tratto. Avendo avuto la fortuna di aver collaborato per oltre sei anni con Newsweek ricordo quante volte veniva sollevato il punto che, per un giornale distribuito da Buenos Aires a Tokyo, i costi fossero oramai eccessivi e che l’unica era mollare la carta. E i dirigenti si dicevano pronti a farlo. Il problema era che i pubblicitari dicevano che, se si fosse andati solo online, loro avrebbero ridotto le inserzioni, già duramente calate per via della crisi dell’auto e di quella economica. Resta un dubbio. Forse senza quel ricatto degli inserzionisti il giornale si sarebbe salvato da quella umiliante cessione a un dollaro. Perché, anche se ora Newsweek è in ottime mani, non basta andare solo online, ma occorre anche farlo al momento giusto.