A ogni tornata elettorale c’è chi va a votare e sceglie da chi farsi rappresentare in parlamento, in consiglio regionale, in consiglio provinciale e in consiglio comunale, c’è poi chi decide di non andare a votare per niente perchè “tanto sono tutti uguali”, perchè si è arrivati ad un punto storico in cui la politica non è più credibile, non è più nemmeno capace di risolvere i quotidiani problemi di chi rappresenta ed è relegata alla figura di burattinaio dei poteri forti e degli interessi personali, c’è invece chi per lavoro, per problemi di salute o per qualsiasi altro legittimo impedimento non può recarsi alle urne e scegliere la persona adatta come megafono delle proprie istanze.
A ogni tornata elettorale c’è infine chi non sceglie di non andare a votare, c’è chi non ha un legittimo impedimento ad andare a votare, non lavora, non ha problemi di salute o qualsiasi altro motivo che vi venga in mente per non votare. Non vota per il semplice fatto che gli altri hanno deciso che lui non deve votare. Non importa se ogni mattina appena sveglio leggi giornali e riviste di attualità politica, se cerchi su internet di informarti di ciò che accade nel paese in cui vivi, se sei a conoscenza delle questioni politiche quotidiane, se sei ben integrato nella società dove vivi. Non importa. L’importante è che non hai diritto di votare.
In questi giorni si sta facendo un gran parlare delle primarie. Tutti si schierano, annunciano che voteranno l’uno piuttosto che l’altro candidato, si battono per sostenerli e per screditare il loro avversario, come è normale che sia. Qualcuno dei quattro candidati vincerà. Una parte dell’elettorato del centrosinistra sarà contento mentre le altre parti rimarranno deluse. Io no, io sarò contento in entrambi i casi, anche se non vince il candidato che sostengo. Quando si dice l’importante è partecipare, ecco, per me in questa occasione l’importante è veramente partecipare. Questo termine, partecipazione, negli ultimi anni, ha visto uno spropositato abuso nel parlamento quotidiano, ma ha un valore fondamentale, un valore così sottile che dobbiamo essere intelligenti a captare ed a intercettare.
Sono diversi anni che seguo la politica italiana e mi sento abbastanza preparato per esprimere la mia preferenza, forse più di qualche mio coetaneo a cui nulla importa di politica o di andare a votare. Lo Stato italiano non mi ha ancora dato il diritto di partecipare alle elezioni, che siano comunali, provinciali, regionali, nazionali, europee, referendum, e chi più ne ha più ne metta. Le primarie invece sono l’unico contesto in cui posso dire la mia, sentirmi come tutti gli altri elettori, sentirmi parte integrante della società, e sentire che la mia parola ha lo stesso peso di quella del mio vicino di casa. Recarmi al seggio per votare Ignazio Marino alle primarie del 2009 è stato per me un momento di grande partecipazione. Per questo devo ringraziare il centrosinistra e soprattutto il Partito Democratico che danno la possibilità ai tanti cittadini che come me non hanno ancora la cittadinanza italiana ma che forse dovrebbero avere voce in capitolo visto che il futuro dell’Italia è anche il nostro futuro.