Agosto. Roma. Dillo a chiunque e questo storcerà la faccia con orrore. Tutti tranne Giacomo che per tutto luglio, impaziente, ha aspettato agosto. Soltanto il caldo odioso di piena estate lo soddisfa del rapporto tra “bracciate del Cristo redentore e macchine attigue”, o quello che lui ha denominato BCRM. E più vicino è agosto più il BCRM si avvicina al dieci. E più è vicino al dieci, più Giacomo si sente libero.
“Siamo quasi a sette”, pensa tra sé e sé mentre piega la bici rossa ormai sconquassata per imboccare via Giulia. Poche macchine, il viale quasi libero e solo la lentezza di un autobus a impedirgli di pedalare in piena libertà. Il sette è il punto di svolta. Da lì in poi si può girare in bicicletta senza pensieri. In un’estate fatta di asfalto e calore una soddisfazione unica.
Le regole del BCRM Giacomo le ha postulate l’agosto scorso quando per la prima volta ha passato tutta l’estate a Roma. Tornando verso casa da una birreria si è ritrovato solo in mezzo alla strada preso da una voglia incredibile di fare suo quel fresco che d’estate soltanto l’umidità delle tre di mattina concede. Il vento creato dalla lunga discesa faceva sventolare la maglietta a destra e a manca come una bandiera su una prua. E mentre questa si asciugava e la bici di Giacomo scendeva veloce per via Amba Aradam tutt’intorno d’improvviso divenne vuoto, silenzioso e buio. Anche l’imponente palazzo dell’INPS era lì, fermo come un mastodontico animale addormentato. Solo sulla strada Giacomo bloccò il sellino con una stretta delle ginocchia, spinse sui pedali per mettersi in piedi e allargò le braccia al vento.
“Sono il Cristo redentore di Rio”, pensò gioioso. “Dovrei farlo tutti i giorni per ritrovare il mio spirito”. D’ora in avanti – decise in quell’istante – la sua spensieratezza sarebbe stata misurata in termini di “bracciate del Cristo redentore”. Il rapporto lo avrebbe calcolato tenendo in considerazione prima l’ampiezza della strada misurata in numero di bracciate, poi dividendo questa per il numero di macchine nelle immediate vicinanza e infine sottraendo al risultato il numero di vetture parcheggiate a meno di tre bracciate. Esattamente come a scuola la sufficienza era il sei e il massimo il dieci. Il bello, secondo Giacomo, è che “il rapporto BCMR” era in costante cambiamento e mentre uno pedalava era perennemente occupato a calcolare se poteva concedersi la stessa libertà di quella notte di agosto. Via Amba Aradam, per esempio, nelle ore di traffico non supera mai il tre. E durante tutto l’inverno mai una volta Giacomo era riuscito ad alzarsi in piedi, stringere il sellino in un morsa delle gambe e allargare le braccia. Non vedeva l’ora di trovarsi in balia di un agosto inoltrato. Il sette era vicino, ma per il dieci avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.