KahlunniaUn appello a Quinta Colonna, Ballarò, Piazza Pulita, Agorà, Servizio Pubblico, Porta a Porta, Otto e Mezzo, Matrix: vi prego fate giornalismo

Ieri sera guardavo Quinta Colonna. Titolo della puntata: "Renzi e Grillo: il nuovo che avanza?" Non vi nascondo che lì per lì stavo per abbandonare il divano e andarmene al letto. Poi, però, la dig...

Ieri sera guardavo Quinta Colonna. Titolo della puntata: “Renzi e Grillo: il nuovo che avanza?” Non vi nascondo che lì per lì stavo per abbandonare il divano e andarmene al letto. Poi, però, la digestione e la compagnia di mia madre l’hanno avuta vinta sui miei succhi gastrici.
Non ci sono dubbi: la trasmissione, da un punto di vista dell’intrattenimento, regge. Ci sono però tre cose che mi sono rimaste impresse:

1) La puntata sembrava a tesi preconcetta: Grillo è il male, degli altri chi se ne frega.
Credo che la politica attiva non possa confondersi con l’attività (e il dovere) di cronaca giornalistica. Questo principio, naturalmente, vale anche per Floris, Formigli, Gruber, Paragone,Santoro, Vespa, Vianello, Vinci e tutti quelli che non mi conoscono. Se ci pensate bene Paoluzzo Del Debbio non è l’unico a usare il mezzo televisivo (e le percentuali!) per veicolare una tesi precostituita. Certo: non sono tutti uguali. C’è infatti chi, come Del Debbio e Santoro, veicola palesemente opinioni; chi, come Floris e Formigli, lo fa alla “se semo capiti, eh?”; chi, come Vespa e Vinci, conduce un talk-show (un po’ partigiano); e chi, come Vianello, riesce a fare qualcosa di leggermente diverso. Il punto, però, è che in quasi tutte queste trasmissioni giornalismo e opinionismo si confondono. Il rischio che corriamo, se non lasciamo l’opinionismo a blogger ed editorialisti; o se non si distinguono chiaramente i ruoli; è quello di un cortocircuito nel sistema dell’informazione.

Un’ultima riflessione spot: le trasmissioni politiche più importanti le conducono soprattutto gli uomini. A quanto pare la politica è cosa da masculi…(tranne che su La7 e Sky). Tra l’altro sia Rai che Mediaset avrebbero nei loro vivai ottime giornaliste (che l’auditel lo sanno smuovere).

2) I giornalisti vanno rispettati (e devono rispettare).
E’ inaccettabile il comportamento di Grillo nei confronti del giornalista di Quinta Colonna, così come sono inaccettabili le offese di Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano) a Giorgia Meloni.
I giornalisti fanno domande, riportano fatti, indagano. Non sono né pubblici ministeri né giudici. Cavalcando la metafora giudiziaria direi che i cronisti dovrebbero essere come i consulenti tecnici d’ufficio: analizzano la situazione e la riportano in maniera oggettiva (e al limite accattivante) al giudice (il Popolo). Essere oggettivi è impossibile, lo so. Sappiamo però tutti cosa accadrebbe in un processo se qualcuno manomettesse le prove.

3) Basta lottizzazioni.
Il fatto che tutti siano “in quota” non garantisce equilibrio, democrazia e indipendenza. Tutt’al più garantisce faziosità, dipendenza e prepotenza. I giornalisti devono staccare il cordone ombelicale dalla politica. Anzi: è la politica a dover tagliare il cordone ombelicale. Ovviamente non lo faranno mai.

Riassumendo tutto in una frase direi: I have a dream: to have an Italian television as the Swiss.

Vito Kahlun

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