Pizza ConnectionIl cardinal Bertone e sette magistrati nella lista testi del boss a processo a Milano

La vicenda l'avevamo citata qui. Il presunto boss della 'ndrangheta in Lombardia Giulio Lampada, diceva, vantandosi, all'avvocato di famiglia (anch'egli poi tratto in arresto nell'operazione del no...

La vicenda l’avevamo citata qui. Il presunto boss della ‘ndrangheta in Lombardia Giulio Lampada, diceva, vantandosi, all’avvocato di famiglia (anch’egli poi tratto in arresto nell’operazione del novembre 2011) di essere stato nominato Cavaliere di San Silvestro dal Vaticano. «Ora – specificava – in tutte le diocesi che mi ritrovo in Italia sono Eccellenza… mi devono chiamare Eccellenza». Era il 2009, e in quell’anno i Cavalieri di San Silvestro nominati sono stati in tutto 145, e Lampada faceva parte di un ‘infornata’ di 19, suggerito dalla diocesi San Marco Argentano-Scalea. Non millantava dunque Lampada.

C’è poi una commissione che dovrebbe fare le verifiche sui ‘candidati’ al titolo per il cavalierato di San Silvestro, non un titolo che fa automaticamente guadagnare l’appellativo di “Eccellenza”, come erroneamente riteneva Lampada, ma che rimane comunque un titolo firmato dal Cardinale Bertone.

Per diventare Cavaliere di San Silvestro occorrerebbe distinguersi nella beneficienza alla Chiesa ed essere eccellenze in campo artistico o professionale. Lampada, stando alle indagini della Procura di Milano, altro invece non era che un ras del gioco d’azzardo illegale e di affari poco puliti.

«Può accadere che qualcosa sfugga, che chi ha proposto il nome non fosse consapevole, e del resto l’ ufficio non è un’ agenzia investigativa», si difendevano Oltretevere sul Corriere della Sera, consci anche del fatto che lo stesso Lampada avrebbe fatto battezzare in Vaticano anche la figlia.

Già in passato nelle stanze di Sua Santità erano inciampati su qualche nomina come quella del finanziere della P2 Ortolani e di Angelo Balducci, poi coinvolto nello scandalo della cosiddetta “cricca”.

Ebbene, certo non sarà stato Bertone a prendere l’iniziativa per quella nomina, fatto sta che Lampada, a processo a Milano insieme agli esponenti del clan Valle, tra i 150 testi citati farà venire qualche mal di pancia alla Santa Sede e a qualche procura. Per confermare la sua moralità davanti alla nomina Giulio Lampada ha convocato come teste, udite udite, il cardinal Bertone.

Giulio Lampada, che ha presentato la lista testi insieme al fratello Francesco e a Maria Valle, tramite l’avvocato Giuseppe Nardo, ha citato proprio tra i testi della difesa il cardinale Bertone e sette magistrati tra cui il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Roberto Pennisi, e l’ex numero due del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, Alberto Cisterna.

I sette magistrati sono stati citati da Lampada perchè lo avrebbero conosciuto frequentando a pranzo, il bar che gestiva a Reggio Calabria di fronte al Tribunale prima di trasferirsi a Milano. Per quanto riguarda Bertone, ora la richiesta è al vaglio del tribunale di Milano. Se verrà accettata dovrà partire una rogatoria da parte del ministero della Giustizia e da quello degli Esteri per arrivare poi presso la Santa Sede.

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