Tramonti sul nord estPer rendere il concetto … dio caro tuti che sa…

Quando ad inizio di novembre ho "trasferito" il mio blog qui, una delle "condizioni intrattabili, fuori discussione, non negoziabili" è stata quella di poter scrivere come vivo e parlo. Essendo io ...

Quando ad inizio di novembre ho “trasferito” il mio blog qui, una delle “condizioni intrattabili, fuori discussione, non negoziabili” è stata quella di poter scrivere come vivo e parlo. Essendo io figlia di Veneto è come sangue che scorre nelle vene, metterci una serie di parole non consone alle buone maniere e al linguaggio da signore tra un discorso e l’altro.

Era prevedibile che in questo mio processo di internazionalizzazione (dalla Serenissima all’Italia intera) che la folla osannasse allo “sboccata”, “fuori posto”, “volgare” ecc. ecc. Non che m’interessi più di tanto, che sia chiaro, ma siccome sta cosa persiste penso sia il caso di riproporre due righe, scritte sull’altra casa, per rendere meglio l’idea.
Perchè anche questo è Veneto cari miei, che vi piaccia o meno.

Nessuno vi obbliga a leggermi, ci sono molti blog più interessanti e colti del mio per cui potete tranquillamente procedere, col tempo me ne farò una ragione. O anche no. La mia riflessione, dedicata ai “non Veneti” o a quelli che di Veneto parlano parlano parlano, scrivono scrivono scrivono, copiano copiano copiano era questa:

“Qualsiasi dialogo tra veneti (sui più svariati argomenti, dalla politica all’economia passando per sport e gossip) è costellato da miriadi di bestemmie. Ma proprio tante. Ogni cittadina, frazione, parrocchia ha le sue bestemmie locali. Eppure nessuno qui, proprio nessuno, si scandalizza, si offende o si arrabbia e impartisce lezioni Nemmeno persone di provata fede (no sensa dio come le gaìne, tipo la sottoscritta).

Perché? Perché noantri co le besteme convivèmo da sempre. Le ‘rasìe sono parte del discorso. Senza qualche santo, dio e madonna il concetto non sarebbe lo stesso. Non c’è necessariamente un’intenzione offensiva nei confronti della divinità, né un autocompiacimento.

No no. Qui bestemmiano TUTTI. Giusto il prete, no. Forse. E bestemmiano sempre. Cioè la bestema è come il nero, va su tutto.
Se posso esemplifico:

Sorpresa: Orco d.. ti si la Fede! (Trad: Caspita, Fede, qui! Quanto tempo che non ci vedevamo!!)

Interiezione/congiunzione: No parchè alòra g’o dito, d.. can, se te vòl ‘ndarghe vaghe no? P..o dio, e dopo lù… (Trad: Perchè gli ho detto, se vuoi andare vai e dopo lui …qui proprio non si sente, è solo per far filare il discorso)

Parola jolly: Passìme el p…o dio lì, par favòr. (trad: passami il martello/chiave/aggeggio/utensile/bicchiere che sta lì, per favore)

Disapprovazione: Fede, d.. Ladro! (Trad: Fede, ma stai attenta, no? guarda cosa hai combinato!)

Sostegno della propria idea: Ma sito sicuro? d.. Càn! (Trad: Sei sicuro? Puoi scommetterci!)

Rafforzativo (come ‘do’ in inglese “I do love him!”): Fede, d.. càn, te vòi bèn!

Ecco.
Allora considerando gli innumerevoli modi in cui situazioni, emozioni e frasi possono venire a combinarsi, provate a pensare a quante bestemmie una persona media può sentire in una giornata.
Senza ovviamente considerare le situazioni spiacevoli che chiamano una imprecazione (che in Veneto sostanzialmente non esistono, sostituite tout-court dalla bestemmia)”

Ho pensato che fosse meglio ribadire il concetto, soprattutto a quelli che di Veneto parlano senza saperne praticamente nulla …

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