Dopo il debate show nulla sarà più come prima. Con questa provocazione termina il suo articolo Maria Petrescu di Intervistato. Concordo con lei, la comunicazione politica lunedì scorso ha assunto nuovi schemi ed interazioni sempre più in ottica Social Tv. La struttura del format (quasi americana) e la partecipazione su twitter, hanno determinato assieme il successo della serata sotto molti aspetti: televisivo, politico, sociale e comunicativo.
In questi giorni ho letto con molto interesse gli articoli di Blogmeter e Intervistato. Entrambi analizzavano i risultati su twitter dello scontro in diretta Sky per le Primarie del centrosinistra di lunedì scorso, osservando una serie di fattori: la popolarità dei candidati, gli hashtag più utilizzati, i messaggi più significativi, le questioni più discusse (twittate) e il sentiment connesso ai tweet e quindi alle affermazioni dei candidati. Tra le due analisi qualche leggera differenza, Blogmeter si è concentrato sul sentiment e sui tweet, mentre The Fool sulle Impression e sugli hashtag. Per entrambi, il popolo di twitter si è decisamente scatenato: secondo Blogmeter la partecipazione ha battuto ogni record in Italia, con 127.426 tweet sull’argomento in un arco temporale che va da mezz’ora prima a mezz’ora dopo la trasmissione, con una media, pensate un po’, di 927 cinguettii al minuto con tre punte da 1500! I “twittatori” unici sono stati 21.072 ed hanno creato un numero di impression, cioè il numero di visualizzazioni potenziali dei messaggi scritti, pari a circa 180 milioni.
Secondo The Fool è stato un successo a mediatico per i leader del centrosinistra, che hanno dominato e veicolato le discussioni sul social network raggiungendo un picco massimo alle 22 con 1.250 tweet. Un primato e un nuovo termine di paragone per le trasmissioni televisive italiane in chiave “coinvolgimento sociale”. Risultato che scalza il precedente record di oltre 100.000 tweet, fatto registrare dal terzo live show di X Factor con la popolare teen band, One Direction. L’hasthtag più utilizzato è stato #Csxfactor rispetto al ridondante #ilconfrontoskytg24. Secondo Blogmeter i momenti topici sono stati tre: quando si parlava di Marchionne, i riferimenti a Papa Giovanni e Cardinal Martini rispettivamente di Bersani e Vendola e l’appello finale.
A livello quantitativo i risultati di twitter hanno fatto registrare la vittoria del sindaco di Firenze (42.688 tweet), seguito da Bersani (30.358) e Vendola (29.336). Dal punto di vista qualitativo è tornato lo scontro a due, tra il rassicurante (quasi prodiano) Bersani e il rottamatore Renzi, che hanno viaggiato con un sentiment molto simile. Per un’analisi prettamente comunicativa dei cinque candidati vi rimando all’ottimo post di Carolina Lucchesini su Extragap.
Cosa penso di questi dati?
- Offrono uno spaccato della serata e (in parte) dell’elettorato. Dovrebbero essere rapportati con più variabili. Per esempio con dati anagrafici, in questo modo si evincerebbe l’età media dei partecipanti. Altro fattore è l’intenzione di voto e la collocazione partitica, o meglio, ideale. Con questo intendo la propensione al voto (al centro, più a sinistra, astensionista o meno, più o meno giovane). Credo che l’elettorato più anziano e più conservatore (non solo sul piano ideale ma tecnologico) è ancora poco propenso ad utilizzare la piattaforma cinguettante e questo favorisca la maggioranza di Renzi.
- La sentiment analisys non è precisa al 100%. L’interpretazione di un tweet o di uno status fatta da un team selezionato o da un software si svolge secondo campi semantici e parole chiave ben definiti. Su twitter però l’ironia regna sovrana, esiste una corsa al retweet e al follower, questo sancisce la continua ricerca dell’aforisma perduto e il primato della satira, che complica la classificazione positiva/negativa del sentiment. Queste analisi sono parziali, un piccolo tassello del puzzle che deve essere integro con altre variabili, con studi sociologici e statistici, con proiezioni elettorali, incasellando cluster di dati diversi per generare percentuali predittive. Questo è probabilmente il prossimo futuro e c’è già chi sta sperimentando i social (big) data in tal senso.
- La campagna comunicativa di Renzi è fatta sui giovani. Renzi si muove bene sui social media, ha più fan e follower dei suoi competitor e un alto livello di engagement. Va nelle piazze, è seguito dai Renzi’s Boys che documentano tutto; usa video, social object e infografiche. Se accendo la televisione in questo momento sarà ospite da qualche parte. Tutto molto bello e fatto bene, con il supporto di un team di validi professionisti. Tutto molto giovane, come il suo elettorato. Per quanto riguarda la socialità, Renzi risponde poco. Il mese scorso tentai di intervistarlo sul mio blog per Linkiesta proprio sul tema “Social Media e Primarie”, lanciandogli una proposta via tweet e poi un messaggio privato su facebook senza ottenere risposta. Una cosa del genere, ma più strutturata cercano di fare in questi giorni i ragazzi di Intervistato con “50 domande per Matteo Renzi“, raccolte proprio su Twitter. Io faccio il tifo per loro. È sicuramente una bella sfida per il rottamatore, ma anche un’occasione per avvicinarsi al “popolo del web” in un modo semplice e diretto senza voli pindarici.
- La tele-informazione del futuro è sempre più second screen. Questi risultati hanno dimostrato come il second screen, nell’accezione di live twitting, sia radicato in programmi di approfondimento e informazione, ma anche in pomeriggi o prime serate d’intrattenimento che sapranno integrare i social con format veloci, tematici e competitivi. La televisione generalista fatica ancora a comprendere questo passaggio in atto verso una concezione dinamica del mezzo televisivo. Una Social Tv che, piano piano, metterà in soffitta palinsesti statici e bianchi salotti blasonati. D’altro canto, sono emersi i candidati sui temi e la comunicazione sui contenuti. La struttura del format infatti, per quanto divertente ed appassionante, è stata carente di approfondimenti e chiari riferimenti ai programmi elettorali.
Il successo non è solo merito del format. Molti di noi (e pure i politici) hanno avuto conferma in questo ultimo anno di come stia cambiando la comunicazione (politica), e di quanto siano importanti i social media per veicolare conversazioni e misurare risultati. La rete e i social media giocano un ruolo sempre più importante per le persone: catalizzano la partecipazione, costruiscono senso e significato, influenzano vita e comportamenti, creano spirito critico e ..divertono anche. Grazie ai social le persone seguono il flusso di un discorso, guardano un programma senza neanche accendere il televisore, conversano tra loro influenzando cultura e comportamenti sociali. Forse è presto per dirlo, ma credo stia tornando la voglia di partecipare in modo costruttivo alla vita politica del paese, soprattutto online. Ho la speranza che la fusione tra intrattenimento e sfida elettorale abbia giovato non solo a sky e al centro-sinistra ma anche alla politica italiana (dal basso).