Se lo sono chiesti dalle parti di Oviedo, in Spagna. La squadra di casa, che milita in Segunda B, la terza divisione iberica, deve racimolare 2,5 milioni di dollari di capitali freschi per evitare la liquidazione. Che fare? Il management ha deciso di rivolgersi ai tifosi, offrendo azioni della società del valore di 13 dollari l’una (10,5 euro), affiancandole a uno sconto sull’abbonamento della prossima stagione in proporzione al numero di pezzi acquistati. Ad esempio, comprando 30 azioni si otterrà uno sconto del 25%, e così via fino a un massimo di 90 azioni, che danno diritto a una riduzione del 40 per cento. Il team, che ha un passato glorioso – nell’ultima stagione ai piani alti della Liga, cioè nel 2001-2002, ha battuto il Real Madrid e il Barcellona – può contare su una compagine potenziale di 30mila fedelissimi. E su un’ottima “cantera”, che ha allevato campioni come il centrocampista del Chelsea Juan Mata e Santi Cazorla dell’Arsenal (n. b. per chi volesse sottoscrivere le azioni del Real Oviedo tutte le informazioni utili sono qui).
L’iniziativa del club iberico riapre il dibattito sui tifosi-azionisti. A parte alcuni casi virtuosi, come l’azionariato diffuso del Barcellona, che però non è quotato, in generale trasformare il tifoso in azionista è un’operazione fallimentare. Qualche giorno fa i revisori di PwC assieme al Sole 24 Ore hanno realizzato un’indagine sulle principali squadre di calcio europee, in un periodo di tempo che va dal 2008 al 2012, dalla quale si evince che:
Se l’Ftse Mib fra il 31 ottobre 2007 e il 28 settembre 2012 ha ceduto il 18%, le azioni di Juventus, Roma e Lazio hanno perso solo il 5,5 per cento. Percentuali che scendono se guardiamo all’ultimo triennio, in cui Piazza Affari è arretrata del 12,2% e il valore dei tre club tricolori solo del 3,7. Una “tenuta” tutt’altro che rara nel panorama del Vecchio Continente. Le quattro squadre turche quotate – Besiktas, Fenerbace, Galatasaray e Trabzonspor – nell’ultimo quinquennio hanno addirittura guadagnato terreno (+10,3%), superando la performance del mercato di riferimento (l’Ise 100 fermo a +2,9%). […] Nel Regno Unito Arsenal, Tottenham e Celtic hanno perso l’8,3%, il 5,1% in più dell’indice Ftse 100.
Insomma, serie A turca a parte, non c’è molto da rallegrarsi. Anche perché, analizzando bene i bilanci 2011 delle tre quotate italiane, cioè Juventus, Roma e Lazio, si scopre che su 178 milioni di ricavi complessivi, i diritti tv ammontano a 81,5 milioni di euro, circa la metà. Tutto il resto proviene dalle plusvalenze dalla cessione dei calciatori, dai diritti degli stessi quando sono in prestito ad altre squadre, e dallo stadio, che pesa soltanto sul 10% dei ricavi. Significa che i guadagni del tifoso-azionista dipendono da quanto Sky sarà disposta a sborsare per trasmettere la partita in tv. Cioè da quanto è disposto a spendere lo stesso azionista per godersela sul divano di casa. Detto questo, in bocca al lupo al Real Oviedo.