RossaFrecciaAbbasso le liste, W i partiti!

I molti critici del prof. Monti avrebbero ragioni da vendere, se non fossero in larga misura al minimo storico della credibilità individuale o collettiva. Sono, ad esempio, surreali ed ipocrite qu...

I molti critici del prof. Monti avrebbero ragioni da vendere, se non fossero in larga misura al minimo storico della credibilità individuale o collettiva.
Sono, ad esempio, surreali ed ipocrite quasi tutte le obiezioni che gli vengono da destra, mentre peccano di superbia molte di quelle che gli arrivano da sinistra.
Da destra si dipinge un mondo che non c’è: quello cioè nel quale non si è mai palesata l’Armata Brancaleone, inconcludente e petulante, chiamata Pdl, cioè il più disastroso esempio di non-partito che si ricordi nel tempo recente.
Da sinistra si suona la solita musica: lasciate fare a noi che siamo gli unici capaci, gli unici onesti, gli unici che hanno a cuore la sorti della nazione. E non vi azzardate a mettere in piedi qualcosa, fosse anche un chiosco per vendere gelati, se non l’avete concordato con noi.
Però due punti vanno posti all’attenzione del Presidente Monti, al netto del documento non esaltante che va sotto il nome di Agenda (per capirci meglio: il programma di Matteo Renzi la straccia 6-0 6-0).
Il primo attiene alla modalità individuata per partecipare alle elezioni, cioè la federazione di liste per la Camera e la lista unica per il Senato.
Qui non si tratta di discuterne la costruzione “tecnica”, poiché essa dipende dalla legge elettorale vigente (bruttina, ma non così malvagia come la dipingono i tanti falsi moralisti che parlano a raffica).
Qui si tratta di dire chiaro e forte quello che nessuno osa dire (solo Fabrizio Barca lo fa con grande lucidità): l’Italia non ha bisogno di liste, ma ha bisogno di partiti.
Veri, robusti e vivaci intellettualmente.
Le liste infatti durano il tempo della campagna elettorale e poi si tramutano in mostri autoreferenziali, a caccia di abnormi finanziamenti pubblici (quelli per i gruppi parlamentari) da spendere in modi discutibili.
Tutta roba dannosa peggio dell’arsenico in gocce.
Ci servono invece buoni e onesti partiti, come accade in tutto il mondo civile (ma non più da queste parti).
E poi c’è una seconda questione, non meno importante della prima.
Quale collocazione internazionale ha il soggetto che va nascendo in queste ore?
È parte del PPE, come dovrebbe farci pensare la partecipazione a sorpresa del nostro premier all’ultima riunione di Bruxelles?
E, in caso affermativo, si può quindi ritenere che i soci fondatori si ritengono alternativi al soggetto che in Italia rappresenta il PSE, cioè il PD, come accade in tutta Europa?
Speriamo che la notte di San Silvestro porti consiglio.

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