La tredicesima da utilizzare per il regalo ai nipotini e ai figli ex bamboccioni che vivono da eterni precari? No, caro Vittorio C., il cedolino pensione che avevi pensato di destinare a finalità familiari e semifilantropiche, andrà bruciato in un falò fiscale pro governo Monti. Il saldo Imu ti ha bastonato, sei incappato in uno dei paradossi di quest’imposta diabolica che ha preso il posto dell’Ici. E’ stato difficile spiegartelo al telefono, ci riprovo qui. Per recuperare denaro, per grattare il fondo del barile, è stato deciso che se marito e moglie, non separati, che hanno la residenza in due appartamenti diversi ma nello stesso comune, non possono entrambi beneficiare di aliquota e detrazione per “abitazione principale”. Tu risiedi, anagraficamente, a via Palermo. La tua gentile signora abita a corso Milano. Purtroppo il sindaco della nostra città ha confermato la regola perversa. A giugno non mi avevi detto di questa proprietà della consorte e avevi pagato l’acconto Imu, per via Palermo, sfruttando le agevolazioni “prima casa”. Entro il 17 dicembre dovrai quindi pagare il saldo versando la differenza non corrisposta a giugno e la parte rimanente, senza detrazioni e con l’aliquota del 10,6 per mille. Il tuo appartamento vale “catastalmente” 150 mila euro, a giugno sei andato in banca a versare 200 euro, adesso …. perdonami ma devo comunicarti che pagherai 1390 euro. Sei rimasto senza parole, sussurrando: “E i signori che abitano accanto a me? Lui risiede (sempre per l’anagrafe) nella zona dei laghi, sul Garda, la moglie qui in città. Loro risparmiano?”…..Purtroppo sì, la norma penalizza soltanto chi abita nello stesso comune. Vittorio è un signore e tira fuori una citazione, forse scontata ma azzeccatissima: “Addio Monti. Te ne andrai con la console dei videogiochi per i ragazzini che volevo mettere sotto all’albero. Non ti rimpiangeremo”.
Giuseppe Pedersoli
6 Dicembre 2012