La campagna elettorale di Berlusconi nel 2008 è costata agli italiani 3 miliardi di euro. Il senatore di Verso Nord, Maurizio Fistarol, membro della commisisone lavori pubblici aveva previsto con millimetrica esattezza quanto sarebbe avvenuto. «Il mondo sembra essersi salvato dalla profezia dei Maya, Alitalia invece non si è salvata con la cura Berlusconi. A quattro anni di distanza da quella sciagurata operazione», afferma Fistarol, «si sta verificando puntualmente quanto avevo previsto nel dicembre del 2008».
Nel 2008, per consentire al Pdl di avere elementi da utilizzare in campagna elettorale, Berlusconi avviò una spregiudicata operazione comunicata come mantenimento di Alitalia in mani italiane. In realtà, si procedette a socializzare svariati miliardi di debiti della vecchia Alitalia tra i contribuenti italiani e mettendo nelle mani di un gruppo di imprenditori il 75 per cento della compagnia.
Ecco quanto prevedeva il senatore Fistarol nel dicembre del 2008:
– la nuova Alitalia (25% Air France, 75% diviso tra molti imprenditori italiani) non si fa carico dei debiti della vecchia Alitalia, come avrebbe invece fatto Air France, se si fosse concretizzato l’acquisto da parte della compagnia francese, che Berlusconi ha, invece, bloccato;
– i beni della vecchia Alitalia non le consentono di pagare i debiti maturati (oltre 3 miliardi di euro): almeno 2,5 miliardi di questi saranno a carico dello Stato e dei contribuenti italiani;
– a carico dello Stato restano anche i 400 milioni di prestito ponte ad Alitalia, che non sarà restituito;
– lo Stato italiano dovrà finanziare, inoltre, gli ammortizzatori sociali necessari a sostenere i lavoratori licenziati da Alitalia e non riassunti nella nuova compagnia;
– trascorsi 4 anni i soci italiani potranno vendere le loro quote a Air France-Klm, in barba all’italianità dell’azienda, sbandierata da Berlusconi in campagna elettorale;
– la nuova Alitalia (Cai) è nata dalla fusione di Alitalia e Air One, dando vita a un monopolio di fatto sulle tratte interne, con conseguente riduzione del numero dei voli e aumento del prezzo dei biglietti.
A quattro anni esatti di distanza, le previsioni del senatore di Verso Nord si sono amaramente avverate, come rivelato oggi da Repubblica. «Oltre a pagare per il deficit di credibilità suo personale e dei suoi ministri», conclude Fistarol, «oltre a pagare le tasse più alte del mondo, le imprese e i cittadini italiani si sono fatti carico della campagna elettorale del cavaliere. Le previsioni purtroppo si sono avverate, come rivelato oggi da Repubblica a dimostrazione che con le fandonie e il populismo talvolta si possono vincere le elezioni, ma mettendo in ginocchio il Paese e la sua economia.