Elisa Calessi, cronista parlamentare di Libero, lo scrive oggi sul giornale di Viale Majno. Napolitano è già pronto formare un nuovo governo.
La crisi di governo, che si sta consumando in queste ore, proprio nel giorno in cui il governo avrebbe dovuto discutere del provvedimento sulla incandidabilità dei parlamentari, sembra essere sempre più vicina. Rischia però di ritorcesi contro il suo artefice, Silvio Berlusconi – che la pilota a distanza di sicurezza – , fino a diventare un bluff. Una boutade costituzionale, da sterilizzare prontamente. Codice costituzionale e rapidissimo giro di consultazioni alla mano.
E’ Pasquale Laurito, dalle colonne della sua “Velina Rossa”, a svelare le carte, fin d’ora coperte: «se Berlusconi dovesse decidere di togliere la fiducia al governo Monti, Napolitano potrebbe affidare il mandato all’ex presidente del Senato Marini di formare un nuovo governo che sicuramente verrebbe bocciato dalle Camere nel voto di fiducia, ma che guiderebbe il Paese alle elezioni appunto in aprile».
Insomma un governo ad interimi, vincolato nella destinazione, che rappresenterebbe l’unica, sebbene tremolante, arma di difesa per scongiurare un voto anticipato a febbraio, sulle macerie economiche e politiche del Paese, e costringere le Camere a riformare la legge elettorale. Forse male e di fretta, ma – pensa Napolitano – bisogna almeno provarci.
Questo quello che dice Laurito, citanto “fonti autorevoli”, che altri non sarebbero che un ministro del governo Monti, incontrato a pranzo.
A Montecitorio e al bar Giolitti, vera bouvette parlamentare, circolano altre voci. Girano i nomi di alcuni costituzionalisti, cui poter affidare l’incerto timone fino a marzo.
Per ora, ipotesi peregrine su cui non poter ragionare, chiosano laconici dal Quirinale.
L’unica cosa certa è che se anche Napolitano rimandasse Monti o altri, davanti alle Camere, per trovare una nuova maggioranza, non è detto che il governo sfiduciato o non in fiducia sarebbe costretto a dimettersi.
Le priorità sono l’approvazione della legge di stabilità, che garantisce l’equilibrio dello spread e la fiducia dell’Europa. Poi, se rimane tempo, la legge elettorale.
Chi dice che non si possano raggiungere con un governo dimissionato o senza fiducia non ha ancora fatto i conti con il diritto costituzionale vivente, che Napolitano, se del caso, intende modellare.
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