Negli anni passati a tener banco c’era la storia del sorpasso. La Spagna viaggiava in prima classe. L’Italia procedeva, più o meno come sempre. Poi a Madrid la competizione si è fatta meno divertente: chi cadrà per prima? L’Italia, vittima del suo enorme debito pubblico e della sua incapacità di riformare il Paese, o la Spagna, vittima del suo enorme debito privato e della sua incapacità di creare lavoro nel Paese?
I due Stati hanno vissuto momenti di preoccupazione, momenti di gloria e momenti di frustrazione.
Ma la Spagna, stanca di un premier che sa poco o niente di economia, non conosce le lingue e non ha esperienze internazionali, tornava a invidiare un po’ gli italiani. Almeno fino a ieri.
Il ritorno di Berlusconi apre tutte le prime pagine di questo lunes negro. E i commenti non sono certo clementi: «Ci lamentiamo della Spagna e delle sue rovine, ma che Berlusconi non solo non sia in carcere, ma ancora manovri la vita politica italiana non ha una spiegazione razionale», scrive José Ignacio Torreblanca dalle pagine del quotidiano El País.
Un’irrazionalità che ha colto impreparati i mercati di Madrid: lo spread alle 11 di mattina era già a 435 punti. L’Ibex 35 cadeva di oltre il 2% e i rendimenti dei bonos spagnoli aumentavano del 5,62%.
Insomma quell’Italia tanto pericolosa per se stessa e per gli iberici sta per tornare.
A Madrid lo annunciano già: l’Italia di Berlusconi, otra vez? Sì, otra vez.
10 Dicembre 2012