Bussola cineseUn augurio all’Italia!!

Il 2012 è stato un anno di transizione e di instabilità per l’Italia, e al momento non sappiamo la direzione che prenderà il nostro Paese nei prossimi mesi dopo le elezioni. Quello che sta succeden...

Il 2012 è stato un anno di transizione e di instabilità per l’Italia, e al momento non sappiamo la direzione che prenderà il nostro Paese nei prossimi mesi dopo le elezioni.

Quello che sta succedendo in Italia sta lasciando sempre più spiazzati anche gli altri mercati e sta frenando ancora una volta i potenziali investitori stranieri.

Basta analizzare i principali indici che misurano l’attrattiva di un Paese, per spiegare le motivazioni che spingono gli investitori cinesi e internazionali a non credere nel nostro Paese e a dirigere i propri capitali verso altre mete.

In base al Corruption Perception Index (Transparency International, 2012), l’Italia si trova al 72esimo posto su 174, tra il Sudafrica e la Liberia.

Per quanto riguarda la classifica “Ease of Doing Business” (Doing Business Project, su dati IFC e World Bank, Giugno 2012), l’Italia si trova in 73esima posizione su 185, ben distaccata da altri Paesi Europei come Germania (#20), Francia (#34) e Spagna (#44), persino l’Arabia Saudita si posizione meglio di noi (#23 con previsto un miglioramento nel 2013)!

Questo risultato è dato dalla combinazione di diversi indici, tra cui:

• Starting a Business (che misura la quantità e la complessità delle procedure richieste per aprire una nuova società e relativi co-sti/tempistiche per completare le stesse): Italia #84
• Getting Credit (che misura i diritti di chi riceve e chi concede il prestito e lo scambio di informazioni sul credito): Italia #104
• Paying Taxes (che misura le imposte e oneri vari a cui un’azienda di medie dimensioni è soggetta in un dato anno): Italia #131
• Enforcing Contracts (che misura l’efficienza del sistema giudiziario nella risoluzione di dispute commerciali): Italia #160

In questi ultimi mesi vi sono state diverse proposte di legge volte alla risoluzione di questi problemi strutturali del nostro Paese, ma ad ora tali leggi non sono state ancora approvate (vedi ad esempio il Decreto Anti Corruzione).

Alcuni di voi si chiedono perché mi occupi di Italia dato che vivo in Cina da tanti anni. Perchè mi interesso? La ragione principale è semplice (lasciando a disparte il semplice fatto che amo il mio paese e vorrei andarne orgoglioso quando incontro interlocutori stranieri per il mondo) : tutto quello che succede in Italia influenza l’immagine che ha il nostro Paese nel mondo, e quindi anche in Cina, e ha un impatto sulla competitività stessa delle nostre aziende a livello internazionale.

Si spendono in Italia milioni di Euro in strutture elefantiache (vedi Invitalia, per esempio) che avrebbero la funzione di promuovere e favorire gli investimenti provenienti dall’estero, ma finché esisteranno gli attuali livelli di corruzione, l’eccessivo carico fiscale, nonché la scarsa efficienza della giustizia che richiede anni e anni per cause civili, quanto spendiamo nell’attirare investimenti nel paese, sono risorse sprecate.

La Cina investe in Europa il 16% degli Investimenti Diretti Esteri che investe a livello mondiale e di questi solo il 4% arriva in Italia (un mero 0.64%), praticamente le briciole che che ne dicano i giornalisti e i ministri italiani che cercano di vantare come successi promesse di investimento che però non arrivano (vedi sopra perchè): non è sufficiente! L’Italia vale molto di più e non possiamo nè svenderci nè accettare di vedere le nostre aziende morire senza una soluzione.

Nonostante quanto si cerchi fare con le varie visite dei nostri politici in Cina, in Europa risultano più attraenti la Germania, la Francia, il Regno Unito e addirittura la Spagna.
Ma questa situazione non riguarda solo la Cina, ma anche tutti gli investitori esteri. Non basta vendere qua è la castelli o spiaggie, dobbiamo poter creare valore nelle nostre imprese, farle crescere, internazionalizzarle, e raffozzarle con strategie di medio e lungo termine, senza restare legati agli slogan elettorali.

Il nostro auspicio per l’anno a venire è che la nuova legislatura riesca a risolvere questi pro-blemi e riesca ad attirare investimenti diretti esteri che supportino le nostre imprese nella loro risalita dalla crisi. Per fare questo è necessario costruire un’immagine migliore del nostro Paese all’estero non solo con le parole ma anche con i fatti e, soprattutto, attraverso una rappresentanza competente e rispettata.

La leadership di un Paese ha infatti un ruolo di primaria importanza ai fini della credibilità in-ternazionale. Basta vedere quello che succede negli altri Paesi in Europa e nel Mondo.

In Cina la nuova leadership riflette lo stadio di sviluppo dello Stato: come spiegato in dettaglio nell’articolo successivo, l’ultimo congresso del Partito Comunista ha nominato alla guida del Paese dei profili dal background principalmente economico-finanziario, sostituendo la classe politica precedente di formazione tecnica e ingegneristica che ben rifletteva l’esigenza di costruire e gestire la “macchina” statale.

In Italia, invece, nei dibattiti politici e in campagna elettorale spesso vince chi urla di più, senza considerare background o competenze.

E anche se questo “metodo di selezione” della nostra classe dirigente in Italia sia in vigore da anni, di sicuro non potrà convincere gli altri Paesi e i mercati internazionali.

Ci teniamo quindi ad augurare all’Italia di riuscire ad emergere dalla palude in cui si ritrova e di portare al potere persone capaci di fare riforme strutturali.

Certamente il quadro non è dei migliori, ci sono forze politiche fortemente anti europee e populiste, senza idee su come affrontare i mercati internazionali, ma rimango pur sempre un grande ottimista. Auguri Italia!!

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