Si fa tanto parlare su Armstrong che non posso essere da meno.
Chi lo attaccava prima, continua ad attaccarlo e si gonfia delle proprie ragioni. Chi lo amava e difendeva prima, ora torna sui suoi passi e gli punta il dito contro. Chi era indifferente di fronte a tutto questo vociferare ora sembra destarsi da un sonno improvvisato e si mostra stupido e scandalizzato.
Nessuno può o deve difendere quello che è l’emblema di uno sport malsano e malato. Nessuno però può puntare il dito e basta: criticare, diffamare e ostentare rabbia sono reazioni logiche e facili da adottare, ma domandarsi il perché e cercare di migliorare e prevenire sono reazioni più macchinose e difficili.
Allora io dico, che si sapesse o meno, perché nessuno ha cercato di capire fino in fondo? Perché non si fa veramente nulla per prevenire queste cose? Perché ci stupiamo e meravigliamo come se fosse il primo atleta a fare confessioni di questo genere? Forse perché è sempre più facile nascondere la testa sotto la sabbia e destarsi solo quando il mormorio si fa grido.
Non mi stancherò mai di dire che se oggi si continua a parlare di sport solo macchina spara soldi, non ci sarà mai un mondo dello sport sano e leale. Ci saranno atleti che con fatica, costanza e devozione raggiungeranno i loro obiettivi, ce ne saranno altri che punteranno a raggiungere il vil denaro con i mezzi e gli strumenti più facili e veloci che avranno a disposizione.
E non puntiamo il dito solo sull’atleta, perché dietro di lui esiste un team, un coach, una struttura sportiva ben organizzata che, permettetemi il cinismo, dubito non fossero a conoscenza di quanto stesse accadendo.
Noi siamo per lo sport sano, per lo sport vero, quello che richiede sacrifici e litri e litri di sudore, quello che a fine giornata ti fa andare a letto con la soddisfazione di aver fatto qualcosa di bello, qualcosa di vero, qualcosa di tuo!!
SPORT LOVES DEVOTION
18 Gennaio 2013