E Homeland si porta a casa tutto. Un’altra volta. Pare non ci sia storia, per gli altri drama in concorso. Riceve (come era immaginabile) la statuetta di miglior drama dei Golden Globe Awards e non paghi i due protagonisti si accaparrano anche quella di miglior attore e miglior attrice. Signori e signori tanto di cappello all’impareggiabile Claire Danes e all’intenso Damian Lewis. Claire Danes a tutti gli effetti ha raccolto il testimone di quella che, a mio avviso, rimane una delle attrici più brave e più espressive del piccolo schermo, ovvero Julianna Margulies, l’Alicia Florrick della TV (The Good Wife). Due attrici completamente diverse: Danes molto melodrammatica (capace di rendere perfettamente i suoi sbalzi d’umore grazie a un’espressività che poche attrici possono vantare), Marguiles d’altro canto è estremamente composta, dotata di quel potere espressivo che in Italia ha fatto la fortuna di Nanni Moretti, ovvero la capacità di comunicare tanto con poche parole, con impercettibili movimenti del corpo.
Se la battaglia al femminile era, a mio avviso un testa a testa (brave le altre, ma non allo stesso livello), quella al maschile era tosta e la vittoria di Lewis è un po’ trascinata dal successo della serie. Sia chiaro nei panni di Nicholas Brody è eccezionale, credibile e coinvolgente. Ma, ragazzi, non si può dimenticare che in lizza c’erano guru come Steve Buscemi (Boardwalk Empire), Bryan Cranston (Breaking Bad) e Jon Hamm (Mad Men) che un premio lo meritano sempre. Sempre. Ma nessuna ingiustizia: avevamo la crème de la crème, qualsiasi premio qui sarebbe al tempo stesso azzeccato e messo in discussione.
Nota positiva della 70esima edizione dei Golden Globes è che, finalmente, Modern Family esce dai giochi. Onestamente questo continuo collezionare premi era diventato noioso. La statuetta di miglior comedy va a Girls che sebbene non consideri un capolavoro, è una serie originale e innovativa, che si basa su premesse fuorvianti (ci racconta la crisi delle ventenne dal punto di vista di chi la crisi forse non sa nemmeno cosa sia) ma che finalmente ci ha trascinato fuori da quelle immagini patinate, lussuose, piene di sfarzi e di ricchezze che dominano nella maggior parte degli show ambientati a New York. Insomma, dei ricconi in TV eravamo stanchi: Girls l’ha capito e gli va riconosciuto il merito.
Quello che è invece un premio prettamente politico (l’ho detto anche a proposito degli Emmy, lo ribadisco ora) è Game Change, che come Homeland ha vinto in tutte le categorie (miglior miniserie e migliori attori). Okay, è un film-TV carino, si guarda volentieri ma suvvia prima un Emmy e poi un Golden Globe? Soprattutto considerando che in ballo c’era The Hour, la cui seconda stagione è stata leggendaria. Ma la produzione che ha messo alla gogna Sarah Palin ha avuto un forte eco negli States e forse si è deciso di premiare non tanto il prodotto migliore, ma quello che aveva creato maggior scandalo. Siamo pur sempre in America, dove lo scandalo è di casa.
Ecco, a seguire, tutti i vincitori seriali in neretto (per avere i vincitori di tutte le altre categorie, invece, cliccate qui). Voi che ne pensate, siete d’accordo?
Miglior drama
Homeland (Showtime)
Breaking Bad (Amc)
Boardwalk Empire (Hbo)
Downton Abbey (Itv)
The Newsroom (Hbo)
Miglior attrice in un drama
Claire Danes, per il ruolo di Carrie Mathison in “Homeland” (Showtime)
Connie Britton, per il ruolo di Rayna Jaymes in “Nashville” (Abc)
Glenn Close, per il ruolo di Patty Hewes in “Damages” (Direct Tv)
Michelle Dockery, per il ruolo di Lady Mary in “Downton Abbey” (Itv)
Julianna Margulies, per il ruolo di Alicia Florrick in “The Good Wife” (Cbs)
Miglior attore in un drama
Damian Lewis, per il ruolo di Nicholas Brody in “Homeland” (Showtime)
Steve Buscemi, per il ruolo di Enoch “Nucky” Thompson in “Boardwalk Empire” (Hbo)
Bryan Cranston, per il ruolo di Walter White in “Breaking Bad” (Amc)
Jeff Daniels, per il ruolo di Will McAvoy in “The Newsroom” (Hbo)
Jon Hamm, per il ruolo di Don Draper in “Mad Men” (Amc)
Miglior comedy o musical
Girls (Hbo)
The Big Bang Theory (Cbs)
Episodes (Showtime)
Modern Family (Abc)
Smash (Nbc)
Miglior attore in una comedy o musical
Don Cheadle, per il ruolo di Marty Kaan in “House of lies” (Showtime)
Alec Baldwin, per il ruolo di Jack Donaghy in “30 Rock” (Nbc)
Louis C.K., per il ruolo di Louie in “Louie” (Fx)
Matt LeBlanc, per il ruolo di sè stesso in “Episodes” (Showtime)
Jim Parsons, per il ruolo di Sheldon Cooper in “The Big Bang Theory” (Cbs)
Miglior attrice in una serie comedy o musical
Lena Dunham, per il ruolo di Hannah Horvath in “Girls” (Hbo)
Tina Fey, per il ruolo di Liz Lemon in “30 Rock” (Nbc)
Zooey Deschanel, per il ruolo di Jess Day in “New Girl” (Fox)
Julia Louis-Dreyfus, per il ruolo di Selina Meyer in “Veep” (Hbo)
Amy Poehler, per il ruolo di Leslie Knope in “Parks and recreation” (Nbc)
Miglior film-tv o miniserie
Game Change (Hbo)
The Girl (Hbo)
Hatfields & McCoys (History Channel)
The Hour (Bbc)
Politica Animals (Usa Network)
Miglior attrice in un film-tv o miniserie
Julianne Moore per il ruolo di Sarah Palin in “Game Change” (Hbo)
Nicole Kidman, per il ruolo di Martha Gellhorn in “Hemingway & Gellhorn” (Hbo)
Jessica Lange, per il ruolo di Sister Jude in “American Horror Story: Asylum” (Fx)
Sienna Miller, per il ruolo di Tippi Hedren in “The Girl” (Hbo)
Sigourney Weaver, per il ruolo di Elaine Barrish in “Political Animals” (Usa Network)
Miglior attore in un film-tv o miniserie
Kevin Costner, per il ruolo di William Anderson “Devil Anse” Hatfield in Hatfields & McCoys (History Channel)
Benedict Cumberbatch, per il ruolo di Sherlock Holmes in “Sherlock” (Bbc)
Woody Harrelson, per il ruolo di Steve Schmidt in “Game Change” (Hbo)
Toby Jones, per il ruolo di Alfred Hitchcock in “The Girl” (Hbo)
Clive Owen, per il ruolo di Ernest Hemingway in “Hemingway & Gellhorn” (Hbo)
Miglior attore non protagonista in una serie, film-tv o miniserie
Ed Harris, per il ruolo di John McCain in “Game Change” (Hbo)
Max Greenfield, per il ruolo di Schmidt in “New Girl” (Fox)
Danny Huston, per il ruolo di Ben “The Butcher” Diamond in “Magic City” (Starz)
Mandy Patinkin, per il ruolo di Saul Berenson in “Homeland” (Showtime)
Eric Stonestreet, per il ruolo di Cameron Tucker in “Modern Family” (Abc)
Miglior attrice non protagonista in una serie, film-tv o miniserie
Maggie Smith, per il ruolo di Lady Violet in “Downton Abbey” (Itv)
Hayden Panettiere, per il ruolo di Juliette Barnes in “Nashville” (Abc)
Archie Panjabi, per il ruolo di Kalinda Sharma in “The Good Wife” (Cbs)
Sarah Paulson, per il ruolo di Lana Winters in “American Horror Story: Asylum” (Fx)
Sofia Vergara, per il ruolo di Gloria Pritchett in “Modern Family” (Abc)