Colpita anche io dal male di stagione (pensavate di esservi liberati me eh?) e impossibilitata a fare nient’altro che vegetare mi sono dedicata alla visione dei film Disney. Questa condizione mi ha riportato alla mente quanto già avevo espresso: la mia poca simpatia verso le principesse e a riflettere più profondamente a riguardo.
I cartoni animati Disney sono capolavori indiscussi che per me e per molti hanno effetti terapeutici: rilassano, fanno sorridere e a volte anche sognare.
Chi di noi non è cresciuto in compagnia di favole con principesse che vengono salvate? Tutti, maschi e femmine! Un contributo forte che, fin dall’infanzia, crea un immaginario collettivo che si esplica in “le donne-principesse verranno salvate dall’uomo-principe azzurro”.
Molti uomini sono terrorizzati da questa figura: il famoso principe azzurro, un essere quasi mitologico. Un archetipo che gli stessi uomini ammettono non esistere più. Le aspettative sono decisamente fuori portata: lotte feroci contro draghi, streghe, entità oscure per raggiungere e infine e conquistare il cuore dell’amata.
Siamo sicuri che sia solo colpa dei principi estinti?
Perché ci stupiamo che gli uomini vogliano la donna che lava, stira, cucina, canta, balla e si tiene tutta bella e perfetta? È tutta colpa delle principesse! Creano una visione distorta della donna! Io spero che si estinguano anche loro e per fortuna sta accadendo.
Analizziamo alcune favole:
Biancaneve: bella, bianca, etera ma soprattutto capace a gestire 7 piccoli nani dai più disparati caratteri e ottima donna massaia tutto fare. Secondo voi il principe Azzurro non si sarà fatto due conti? Non avrà pensato “se la salvo sono a posto per la vita”? Io credo premeditasse di metter su una bella squadretta di calcio, appoggiare i suoi bei stivaloni sul tavolino davanti al fuoco e godersela mentre la povera Biancaneve gestisce la progenie.
Alla fine Grimilde (la regina cattiva) è un’altruista, voleva salvarla da una vita d’inferno da casalinga sforna nani.
Poi ammettiamolo, la povera regina voleva solo essere la più bella del reame. Scagli la prima pietra chi non ha mai voluto, almeno una volta, essere la più bella del reame. (Io, lo ammetto, vorrei esserlo tutti i giorni.)
La bella addormentata nel bosco: Aurora, un’altra figa atomica con il surplus di tre domestiche al seguito! Ok, un po’ pasticcione ma vogliamo mettere? Torte, abiti e pulizie che si fanno da se, per non parlare di poter cambiare i colori dei vestiti a piacimento che, con il trend del color block, sai la comodità?
Ma tornando al principe Filippo, dovrebbe stringerle la mano alla povera Malefica, non ucciderla! È grazie a lei se può avere una mogliettina che alla necessità si spegne. Rompe i maroni con canzoncine smielate? La trovi a limonarsi il gufo nel bosco? Zac, basta pungerla con un aghetto e la metti fuori uso. Quale uomo non vorrebbe una compagna che si spegne a comando?
Anche in questo caso, si può davvero condannare Malefica per l’incantesimo? Si è offesa perché non l’hanno invitata alla festa! La festa del secolo, in cui tutti sono stati invitati tranne lei; voi non vi sareste incazzate come una biscia? Ovvio che sì!
Aladdin: c’è da ammettere che lui un po’ più di culo se lo fa, ma la posta in gioco è discretamente più alta. Da poraccio a futuro Sultano, chi se la farebbe scappare un’opportunità così?! Inoltre non è mica da solo, ha l’aiutino blu (no, non il viagra, il genio)… Qui il problema non è tanto Jasmine ma quello che ha e quello che rappresenta. Lei, rinchiusa nel castello scappa all’insaputa di tutti e, dato che non ne ha mai visto uno “normale”, abituata a incontrare solo i pretendenti che gli propone papà, inciampa su uno al mercato e ci casca, in tutti i sensi. Amore vero o di comodità? Dai, Aladdin ha appeso il cappello al chiodo! Possiamo biasimarlo? Lei è un’altra gnocca fuori dal comune, è pure ricca, pur di andare contro il volere del padre (solita psicologia inversa) si innamora dello straccione e con il genio al seguito dovessero esserci problemi una bella magia e via.
Questi principi sono dei paraculi.
Per fortuna le principesse di oggi si salvano da sole.
A cosa portano tutte queste aspettative? Al bramare un lieto fine. Sex And The City, manifesto delle giovani donne di oggi, confessa una verità assoluta: “siamo tutte predestinate” a credere nel “ vissero felici e contenti”.
Mi sento di precisare però che il desiderio sia di un finale moderno, attuale, fatto di condivisione e comprensione ma anche di libertà e indipendenza pur essendo in coppia. Un lieto fine dove il principe salva la principessa ma anche viceversa, a seconda della necessità.
Io cinica, ironica e assolutamente fiera di non essere principessa, credo nell’esistenza della persona giusta, dell’amore ma non del lieto fine.
(Come si può leggere nel commento all’articolo linkato.) Non penso esistano veri stereotopi, sono scuse dietro le quali ci nascondiamo per giustificare le avversioni alle esigenze del partner che non vogliamo soddisfare. Di certo rispetto al passato queste esigenze sono mutate, le donne finalmente fanno sentire la loro voce forte e chiara e gli uomini ne rimangono spiazzati.
Il mondo è sopravvissuto all’estinzione dei dinosauri, supereremo anche quella di principi, principesse e lieto fine creando nuovi equilibri. Sempre con la speranza che la versione moderna non porti a scoprire che: il principe azzurro ha un’inclinazione per le MILF e scarica Biancavene per la sostituta di Grimilde, il principe Filippo a forza di punzecchiare Aurora ha sviluppato un interesse a bucarsi pure lui e Aladdin è scappato con il genio e i soldi in un isola sperduta lasciando Jasmine in braghe di tela.