Chiedi alla polvere. Storie di droga e narcotrafficoLe rotte della coca/2: dalla Costa Rica agli States

La Costa Rica è il secondo hub per il transito di cocaina nel Centro America. Lo rivela un documento di cui è entrato in possesso il quotidiano colombiano El Universal, firmato dalla Polizia di con...

La Costa Rica è il secondo hub per il transito di cocaina nel Centro America. Lo rivela un documento di cui è entrato in possesso il quotidiano colombiano El Universal, firmato dalla Polizia di controllo della droga (Pcd) di San José. Alcuni dati sono noti fin da settembre, quando l’Onu ha pubblicato uno studio specifico sul ruolo del Centro America nelle rotte della coca. Quest’anno ci sono state 800 operazioni contro bande criminali, una quota mai raggiunta prima. Il ministro della Pubblica sicurezza costaricano, Mario Zamora, in settembre ha parlato di un flusso di cocaina che in regione tocca le 900 tonnellate. Fino al 2007, la maggior parte della droga transitava invece dai Caraibi, più che dagli Stati dell’America centrale.

Nella sola Costa Rica sono state colpite 109 organizzazioni criminali e tra queste 12 si dedicavano a traffici internazionali. Tra le mete dell'”oro bianco” non solo Europa (Lettonia in testa), ma anche Sudafrica, Africa occidentale (un altro luogo di transito protagonista delle cronache dal 2008), Iran, Cina, Tonga e altri Paesi dell’Oceania. Sono in tutto 39 le destinazioni dei carichi di cocaina che hanno lasciato San José.

I trafficanti sono per la maggior parte autoctoni, ma la presenza dei narcos stranieri, soprattutto messicani e colombiani (entrambe le nazionalità contano per il 13% degli arrestati), è sempre più massiccia. Dal cartello del Pacifico ai Los Zetas, tutti hanno messo le mani su San José. La conseguenza di tutto questo sono instabilità e insicurezza: il tasso di omicidi per 100mila abitanti è di11,3, un record. Come insegnano Honduras, Nicaragua e El Salvador, dove passa la droga arriva anche la guerra tra bande per appoggiare le organizzazioni criminali. Il modello della gang di strada diventa sempre più “familiare” e ricalca il modello dei clan ‘ndranghetisti: ci si ammazza tra famiglie rivali. Dal 2006 ad oggi, la polizia ha fermato 170 “narco familias”.

Tra i trend più significativi, la polizia costaricana segnala l’importanza delle rotte di terra, che stanno diventando sempre più battute dai corrieri della droga. Peñas Blancas è la città più calda: nel tratto della Panamerican Higway, l’autostrada che attraversa tutta la regione, che passa da qui, gli inquirenti hanno sequestrato più di 300 chili di polvere bianca.

Eppure secondo quanto afferma l’International Narcotic Control Strategy Report della Casa Bianca del 2007 cinque anni fa i sequestri toccarono quota 27 tonnellate. E il dato del passato getta nuove ombre sugli ultimi numeri: perché nel 2011 i sequestri sono stati così bassi? Quanta cocaina passa senza intoppi per le strade della Costa Rica? La certezza è che qui come negli altri Paesi di transito, sudamericani e non, i consumi di droga aumentano (come ha scritto l’osservatorio Occrp, organized crime and corruption reporting project)). Perché i cartelli sono sempre alla ricerca di nuovi mercati.

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