«Svuotare gli arsenali e votare per la pace» è l’indicazione di mons. Giovanni Giudici (vescovo di Pavia e presidente nazionale di Pax Christi), a poco più di un mese dalle elezioni politiche italiane. Nel comunicato del 13 gennaio scorso, il vescovo e il consiglio nazionale di Pax Christi hanno ribadito che «la pace è un bene primario e supremo da invocare e per cui adoperarsi instancabilmente». Questo in sostanza il principio guida che mons. Giudici vorrebbe vedere adottato dai rappresentanti del popolo nella prossima legislatura.
Ed è anche questo il principio ispiratore che dovrebbe guidare la mano dell’elettore nelle urne di fine febbraio. «In prossimità della scadenza elettorale – afferma infatti – Pax Christi Italia chiede a tutti gli elettori che si apprestano a dare il loro voto per il rinnovo del Parlamento, di includere tra le priorità su cui effettueranno la loro scelta un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il “ripudio della guerra”, come dichiara l’art. 11 della nostra Costituzione».
Opzione che si traduce concretamente, secondo Pax Christi, in scelte politiche molto chiare, in più occasioni rilanciate dal movimento cristiano per la pace: «La riduzione delle spese militari a partire dalla sospensione del progetto dei caccia F35, strumenti di morte che sottraggono ingenti risorse (quasi 15 miliardi di euro) ad altri bisogni vitali della gente»; «la cancellazione della “riforma dello strumento militare italiano” approvata lo scorso mese di dicembre»; «Uno stop alla corsa al riarmo, in forte aumento nell’Unione Europea, e un ‘no’ alla vendita di armi, aumentata del 18% nel 2012, e indirizzata specialmente a Paesi in guerra come quelli del Medio Oriente, nonostante la legge 185/90».
Proprio per ribadire un “sì” alla vita e un “no” alla morte, come più volte invocato da papa, conclude il presidente di Pax Christi, «chiediamo ai candidati un esplicito impegno anche su queste scelte che sentiamo qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno».
Giudici non intende indicare un partito specifico. Sta di fatto che la sua agenda trova riscontro, a quanto risulta dai programmi, solo in Sel di Vendola e in Rivoluzione civile di Ingroia.