(Es)cogito, ergo sumBenvenuti al circo Italia

I paradossi scaturiti dal risultato elettorale sono talmente tanti che nemmeno la spada di un Alessandro Magno riuscirebbe a scioglierli. Ma forse neanche il mitico rasoio di Occam avrebbe ragione ...

I paradossi scaturiti dal risultato elettorale sono talmente tanti che nemmeno la spada di un Alessandro Magno riuscirebbe a scioglierli. Ma forse neanche il mitico rasoio di Occam avrebbe ragione dell’intrico di illogicità che ha portato gli italiani a premiare i due grandi imbonitori della politica: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, lasciando al Pd di Bersani (che era sicuro di trionfare con una larga maggioranza) solo poche e frantumate briciole.

Temo sia giunto il momento di arrendersi all’evidenza e accettare che al popolo italico a cui- nostro malgrado tutti apparteniamo- piaccia così tanto il circo da non riuscire proprio a farne a meno, perché, da quando Phineas Barnum nell’Ottocento trasformò in un business l’antichissima arte circense di ostentare i fenomeni umani sulla pubblica piazza, la credulità popolare si è affinata ed evoluta. Da quel momento non è stato più il mostruoso ad attrarre, ma lo sforzo strepitoso di produrlo insieme all’esibizione dell’imbonitore, che ancora si affanna a gridare il suo “venghino signori, venghino” a signori che hanno già mangiato, come tutte le altre, anche questa foglia.

Sarà capitato anche a voi, del resto, di seguire ammaliati certe televendite: degli articoli che propongono non ce ne importa un fico secco, ma è lo sforzo apoplettico del venditore che ci affascina. Così, una parte del Paese ha ricreduto all’alchimista del nulla che, dopo aver fatto strame dell’Italia dentro e fuori i confini nazionali, ha promesso la pietra filosofale; mentre, l’altra parte ha premiato Grillo che con i suoi proclami populisti ha saputo ben titillare le frustrazioni di un Paese inquieto.

Noi nella parte di spettatori- non paganti ma assuefatti- finiremo quindi, ancora una volta, relegati sugli spalti di un Colosseo globale ad assistere alla singolar tenzone tra il cupio dissolvi e l’horror vacui che rischia di schiacciare tutti sotto una valanga di qualunquismo. Stavolta però sarà sommamente inutile l’esercizio stilistico del ‘dove, quando e cosa abbiamo sbagliato’ perché la verità è sotto gli occhi di tutti ed è inconfutabile: alcuni saranno anche degli illusionisti, ma se il trucco funziona è perché c’è sempre una discreta quantità di persone disposte a farsi illudere. Se non ci fosse chi li applaude, questi individui farebbero solo ridere, invece, vengono scelti, spesso acclamati, sovente difesi.

Tutto il resto è retorica.

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