Tra crisi e bugie, mazzette e disoccupazione, papi che si dimettono e sciocchezze che girano attorno, due sono le voci che si sono levate nelle ultime ore nel Paese iberico. Emozionanti, brutali, ferme e armoniose.
La prima, quella di Ada Colau, rappresentate della Plataforma de Afectados por las Hipotecas (gli sfrattati iberici), che in Parlamento ha dato il giusto aggettivo alla spudorata difesa della legge sui mutui e le ipoteche, pronunciata poco prima da una delle icone degli Istituti di credito di Madrid, il segretario generale della Asociación Española de Banca (Aeb), Javier Rodríguez Pellitero.
Lo ha chiamato criminale. Non nel senso di assassino, ma di delinquente. Perché è un delitto, «al momento morale», strappare la casa a chi ha perso il lavoro. Senza poter contare nemmeno su un dilazione temporale. Ancora di più pretendere, insieme alle chiavi di casa, migliaia di euro, tanto quanto detta il mercato immobiliare.
La seconda voce arriva da Cascais, in Portogallo. Beatriz Talegón, segretaria generale della Unión Internacional de Juventudes Socialistas, si rivolge a centinaia di dirigenti socialisti, provenienti da tutto il mondo. Con fermezza e lucidità. «Si difende il socialismo da un hotel di cinque stelle, raggiunto con macchine di lusso? Esigiamo una volta per tutte che l’Internazionale abbia un senso, non fateci vergognare».
La platea è rimasta a bocca aperta. La donna ha chiesto che i conti del partito «non siano un mistero, come quello delle piramidi», e ha difeso la sua generazione, quella che «non è brava solo a lavorare come staff come fanno qui i giovani portoghesi presenti in sala». Ma non può permettersi un lavoro, una casa, neppure un figlio a trent’anni.
A Madrid le hannno definite le voci della speranza, mentre i video entravano di prepotenza nelle case in forma virale. E la rabbia per un attimo è diventata un unico grido.