Sanremo fa sempre uno strano effetto, come un vecchio soprammobile ricoperto di polvere e ragnatele che ogni anno viene tirato giù dal solaio ed esposto in occasione della visita dei parenti. Insomma sospetto che non piaccia a nessuno, ma tutti lo guardano. In realtà è probabile che piaccia pure, ma non è questo il punto, il punto è che ci troviamo di fronte a un’istituzione, un mostro sacro, un gigantesco specchio del nostro paese. Non è uno specchio antico né tantomeno un capolavoro del design contemporaneo, ma tant’è: ognuno ha gli specchi che si merita. Oppure se vogliamo essere più fatalisti e meno giudicanti (che è meglio) ognuno ha gli specchi che ha. Tutto questo per dire che non bisogna guardare con eccessiva leggerezza a ciò che accade in questa settimana di febbraio nella città dei fiori, anzi. Be’, mentre ancora infuria la polemica sulla performance di Crozza noi preferiamo concentrarci su un altro piccolo grande segnale. La scena è molto semplice, mutuata dal film Love Actually: una coppia racconta la propria storia esponendo una serie di cartelli. Ma sono due uomini: udite udite! Due uomini che stanno insieme da undici anni e che per sposarsi sono costretti ad andare a New York. Il fatto che non sia stato aggiunto alcun commento (grazie Fazio…) ha dato al siparietto una certa pulizia stilistica. Nel silenzio generale la vicenda umana ha parlato da sola. Ora, va bene che, come sopra, sono tutti presi a scagliarsi pro o contro Crozza, la claque berlusconiana e soliti tranelli mediatici italiani, però non sembra che il pubblico sia rimasto scosso alla vista di questa tremenda unione contro natura. Sì, pare che fosse previsto un bacio che poi è stato tolto, però andiamo, non sarà soltanto per questo. Magari chissà, il paese reale è pronto ad accettare questo disdicevole segreto di pulcinella che viene sempre nascosto sotto un tappeto pur riguardando una fetta tutt’altro che trascurabile della popolazione? Forse qualcuno dovrebbe recapitare il messaggio ai politici italiani, che nemmeno in campagna elettorale provano a proporre un cambiamento a questa macchia che ci relega in coda ai paesi civili. Di cosa avete paura? Il vecchio soprammobile è già davanti a voi, magari volete aspettare che il prossimo passo lo faccia la chiesa prima di muovervi? Ma scusate l’interruzione, tornate pure a parlare del vostro caro imu.
13 Febbraio 2013