Chiedi alla polvere. Storie di droga e narcotrafficoIl Guatemala smentisce: El Chapo è ancora vivo

Il ministro degli esteri del Guatemala Mauricio López questa mattina ha smentito la notizia della morte di Joaquín "El Chapo" Guzmán. Non solo: non è ancora emerso nemmeno un rapporto sulla sparat...

Il ministro degli esteri del Guatemala Mauricio López questa mattina ha smentito la notizia della morte di Joaquín “El Chapo” Guzmán. Non solo: non è ancora emerso nemmeno un rapporto sulla sparatoria che ci sarebbe stata tra forze dell’ordine e due narcos alla guida di un furgoncino blindato nei pressi di San Valentin, nella regione di Peten, al confine tra Messico e Guatemala. Un fotografo dell’agenzia AP che si è recato sul posto ha affermato di non aver nemmeno notato tracce di un conflitto a fuoco. L’unico segno di una presenza militare è un posto di blocco con 12 soldati, impegnati nella protezione di un’area che per altro è da sempre considerata in mano a gang dei Los Zetas, il cartello avversario di Guzmán. Il ministro López ha dichiarato all’emittente radiofonica Emisoras Unidas che sono in corso delle verifiche per accertare quanto accaduto. “Mi dispiace per il fraintendimento”, è stato il commento di Lòpez ai microfoni della radio. L’esponente del governo guatemalteco si è giustificato dicendo di aver dato troppo peso alle testimonianze degli abitanti di San Valentin, la piccola comunità immersa nella foresta tropicale in cui sarebbe avvenuto lo scontro.

Ma perché parlare della vicenda senza i minimi riscontri? Perché tanta superficialità nella diffusione della notizia? “El Chapo” è schizzato al secondo posto come chiave di ricerca nei trend di Google e i social network hanno diffuso la bufala in tutto il mondo. Blog e testate on line straniere stanno cntunuando a riprendere la notizia. Un altro protagonista di questa vicenda, il presidente del Messico Enrique Peña Nieto, non ha mai rilasciato dichiarazioni sulla morte di Guzmàn in attesa che emergessero le prime conferme ufficiali. Ioan Grillo, giornalista d’inchiesta esperto in narcotraffico, ha scritto in un tweet la sua lettura: “Un informatore ha chiamato e ha detto che El Chapo è morto in un conflitto a fuoco. Galvanizzato dalla notizia, il governo l’ha diffusa prima di verificarla”. Nei giorni precedenti, per di più, nell’opinione pubblica si stava radicando sempre la convenzione che El Chapo fosse in Guatemala. Colpa di un cablo di Wikileaks e di un’analisi scritta da Stratfor. Probabilmente, suggerisce qualche cinguettio su Twitter, EL Chapo si sta gustando il caos, lontano da qualunque pericolo.

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