Ai componenti del Cda de Linkiesta
Alfredo Scotti (presidente)
Anna Maria Artoni
Kathryn Fink
Fabio Coppola
Stefano Maruzzi
Marco Pescarmona
Andrea Tavecchio
ed al nucleo di promotori dell’iniziativa editoriale non presenti nel CdA
Guido Roberto Vitale
Alessandro Balp
Pietro Fioruzzi
Marcello Giustiniani
Con dolore e sconcerto stiamo assistendo all’omicidio premeditato de Linkiesta. Per mano di personaggi che dicono di voler far quadrare i conti, ma che in realtà stanno cercando di normalizzare il quotidiano. E dunque di ucciderlo. Perché Linkiesta, della sua tensione al pluralismo ha fatto la propria ragione di vita. E privarla dei garanti del pluralismo equivale evidentemente a voler farle chiudere i battenti.
Chi come noi ha avuto il privilegio di scrivere, senza censure, nel blog contest è buon testimone di cosa significhi pluralismo. Anche questo ha reso Linkiesta un esperimento editoriale eccezionale. Incarnato e fortissimamente voluto dalle persone che vengono messe alla porta. Senza le quali nulla potrà essere come prima.
La scelta suicida del Cda de Linkiesta mostra per giunta di ignorare come i quotidiani siano oggetti difficilmente assimilabili a comuni luoghi di lavoro. Perché un quotidiano non è una fabbrica, dove in fondo un capo buono a dirigere ed organizzare il lavoro vale l’altro. La conduzione di un mezzo di informazione richiede capacità che vanno ben oltre le competenze tecniche. Perché un freddo contenitore di notizie abbia un’anima. In ciò, Tondelli e Gallo sono stati unici. Ed è grazie a loro ed alla intelligente combinazione che hanno saputo creare tra l’ottimo lavoro giornalistico e il blog contest, se Linkiesta ha raggiunto, in poco tempo, rilevantissimi traguardi.
La brutta sensazione che abbiamo è che con il pluralismo, tenacemente perseguito da giornalisti acuti come Tondelli e Gallo, il CdA ed in particolare alcuni soci politicamente molto schierati vogliano archiviare anche un’altra peculiarità de Linkiesta, più unica che rara nel mondo dell’informazione. Alludiamo all’indipendenza, riconosciuta senza se e senza ma a Linkiesta e che spiega come, in pochissimo tempo, Linkiesta stessa abbia acquisito una invidiabili autorevolezza.
Noi siamo grati a Linkiesta per l’opportunità che ci da dato. Ma non possiamo esimerci dall’esprimere tutta la nostra contrarietà verso scelte di indirizzo editoriale e politico mascherate da decisioni gestionali, che rischiano di buttare a mare tutto ciò che di buono è stato costruito in appena due anni.
Invitiamo il CdA a tornare sui propri passi, dando risposta urgente ai quesiti formulati ieri dalla redazione.
Fino a quando ciò non avverrà, tutte le nostre attività rimarranno sospese.
Seguono le firme in ordine alfabetico dei blogger che hanno fino ad ora aderito (ore 16.45 del 21 febbraio 2013)
Alberto Crepaldi
Alessio Maggiore
Alessandro Montesi
Alessia Glaviano
Alfio Squillaci
Andrea Alfani
Andrea De Mauro
Andrea Indiano
Andrea Mariuzzo
Anna Chiara Simone
Arcangelo Munciguerra
Armando Barone
Carlo Maria Miele
Chiara Fornari
Daniela Patrucco
Dario Russo
Davide Ciaccia
Davide Salvi
Davide Illarietti
Davide Mauro
Elisabetta Locatelli
Fabrizio Verde
Filippo Magnani
Francesco Ragusa
Gabriele Pieroni
Gioele Urso
Giuliana Grimaldi
Giuseppe Pedersoli
Giuseppe Roncari
Jerk
Ilaria Puglia
Lillo Montalto Monella
Lorenzo Tondi
Luca Cordini
Luca Rinaldi
Luciano Canova
Ludovica Eugenio
Marco Boscolo
Maria Assunta D’Alessio
Marta Dorè
Massimiliano Abbruzzese
Matteo Rizzolli
Mattia Farinella
Mauro Guidoni
Paola Bisconti
Redazione Adista
Riccardo Migliorati
Riccardo Villa
Sabina Maffei Plozner
Salvatore Grizzanti
Sara Rocutto
Serena Cappelli
Simone Albiani
Simone Quirino
Sofia Bonicalzi
Tecla Notti
Tommaso Lupoli
Vincenzo Barbagallo
Viola Venturelli
Vito Kahlun