Stimo Jacopo Tondelli e Massimiliano Gallo. Ho e ho avuto con loro un rapporto franco e aperto, che a volte ci ha visto, anche per via del mio lavoro, confrontarci anche duramente ma proprio perché le persone sono altro oltre il proprio ruolo professionale, ho apprezzato tantissimo la possibilità che mi hanno dato di tenere un blog su Linkiesta e di partecipare anche con articoli direttamente sul giornale. Già, Linkiesta. Ho sempre apprezzato il progetto. Per il coraggio, per il taglio, anche per l’entusiasmo e per gli errori che, una volta commessi, sono stati riconosciuti e usati per imparare.
Non mi è piaciuto quello che è accaduto. Il licenziamento in tronco di un condirettore, l’esautorazione di conseguenza del direttore e un progetto che così sembra essere stato scollegato dalla rete ellettrica, posto in stand by. Non c’è alcun dubbio che Linkiesta l’hanno fatta tutti i colleghi della redazione ma che la firma di Massimiliano e Jacopo fosse, sia per gli estimatori che per i detrattori, il plus, il valore aggiunto.
Senza di loro il giornale sarà altro, un altro animale mediatico che prenderà le sue strade. Bisognerà vedere se mi piaceranno, se le condividerò, se troverò nuovamente consonanza con idee e modalità di esprimerle. Ma quello che meno mi è piaciuta, a proposito di modalità, è il gesto, da parte della proprietà (editore, cda, fate voi) di licenziare in tronco un condirettore e costringere il direttore a seguirlo a ruota. Alle scuse economiche non credo, sanno troppo di foglia di fico e conosco troppo bene le aziende per non riconoscere modalità piuttosto diffuse per gestire “incompatibilità ambientali”, per usare un linguaggio da Csm.
C’era già stato un episodio simile, assolutamente non bello, ma si era sviluppato all’interno della redazione. Ora siamo a un livello diverso e faccio fatica a non interpretarlo come un pessimo segnale per un giornale che fa della sua indipendenza la chiave di volta della sua esistenza.
Quindi firmo la lettera dei blogger e nel mio piccolo mi allineo all’indignazione. Rinnovo la mia solidarietà professionale e personale a Jacopo e Massimiliano e, sempre nel mio piccolo, mi fermo qui. Ove Linkiesta dovesse riemergere simile a sé stessa questo blog potrebbe riprendere vita, altrimenti… è stato bello e grazie a chi mi ha dato la possibilità di aprirlo e a quanti hanno avuto la pazienza di leggerlo e seguirlo.