Questo è il primo post del mio nuovo blog ed è impossibile non dedicarlo al tema del giorno, su cui tutti oggi si stanno arrovellando: la berlusconiana proposta “shock” che ieri ha mandato di traverso il pranzo domenicale di alcuni e ha fatto saltare di gioia sulle tavole imbandite altri.
La proposta è nota: non solo abolire l’Imu sulla prima casa, ma restituire quello pagato nel 2012. Semplice e populista, un copione già scritto. Quello che mi colpisce sono le reazioni degli altri candidati, che ancora una volta hanno puntato sul (solito) tentativo di screditare l’avversario, alternando l’uso dell’ironia ai più comuni “non credete al Caimano”. Tattica che negli ultimi 20 anni, per la verità, non mi pare aver dato chissà che risultati.
Vediamo innanzitutto le reazioni di chi di Berlusconi è stato amico e alleato. Secondo Monti, Berlusconi non mantiene mai le sue promesse, definendolo un “incantatore di serpenti”. Gli fa eco Casini: “Berlusconi é un grande venditore e sarebbe capace di vendere a chiunque un’automobile senza motore”. Fa il simpatico anche Fini: “Nel secondo Consiglio dei Ministri Berlusconi farà un decreto per garantire la vincita certa ai giocatori del Lotto”.
Dall’altra parte, anche Nichi Vendola usa l’ironia: “Sembra Wanna Marchi”. E pure Ingroia chiede agli italiani di non credere alla promessa: “Mente sapendo di mentire“. Monti addirittura ha parlato anche di voto di scambio e Mascia (candidato di Rivoluzione Civile) chiede l’intervento dell’OSCE, come se non si fosse mai visto in campagna elettorale un candidato che promette di tagliare le tasse o racconta balle.
Meglio invece Bersani che attacca sulla non fattibilità della proposta “È chiaro che si tratta di una promessa demagogica, infattibile, poggiata su una copertura di bilancio fantasiosa”, a cui fa subito sponda anche Fassina usando due parole “Proposta irrealizzabile”.
In sintesi le reazioni sono:
- “Non credibile”. Sinceramente mi chiedo perché un elettore di centro-destra, magari ancora indeciso, non dovrebbe credere alla promessa: sappiamo tutti che sarebbe in grado di farlo. Così come nel 2008, poche settimane dopo aver vinto le elezioni, Berlusconi mantenne la promessa di eliminare l’ICI.
- “Non realizzabile”. Ma anche in questo caso non capisco il perché. L’imposta sulla prima casa vale il 16% del gettito Imu. Il totale incassato nel 2012 equivale a 24 miliardi, per cui l’Imu sulla prima casa vale circa 4 miliardi. Dunque sarebbero 4 miliardi di euro di spesa (per la restituzione 2012) e 4 miliardi di minori entrate (per l’abolizione sul 2013), per un totale complessivo di 8 miliardi (a cui sarebbe da sommare un probabile “effetto spread”). Si tratta certamente di cifre importanti, ma la politica economica è fatta di scelte e le coperture finanziarie potrebbero essere le più svariate. E soprattutto di scelte azzardate ne abbiamo già viste molte (un esempio: nel 2009 abbiamo scelto di accollarci le multe per le quote latte, per un totale di 4,5 miliardi di euro).
Invece di attaccare sull’affidabilità o sulla fattibilità (film già visto negli ultimi 20 anni), mi piacerebbe sentire qualcuno che si chieda: ma sarebbe giusto? La restituzione integrale dell’IMU 2012, senza alcun meccanismo di redistribuzione, equivarrebbe ad una vera e propria patrimoniale al contrario. Immaginiamo di realizzare la “proposta shock”: siamo a giugno 2013, in piena fase recessiva, con ampie fasce di popolazione in gravi difficoltà, con tassi di disoccupazione da record e un sistema di welfare che a dir poco traballa. Lo Stato sceglie di staccare un assegno da 4 miliardi di euro ed intestarlo a chi una casa la possiede, assegnando qualche centinaia di euro a chi vive in case modeste e trasferendo invece migliaia o decine di migliaia di euro a chi è più fortunato… alla faccia dell’equità.