Devo essere onesto: non ci ho capito granché, preso come sono dalle scadenze professionali e dagli impegni di incontri pre-elettorali a cui non voglio dire no. A un certo punto gliel’ho pure chiesto in un messaggio privato: “Max, ma mi devo dimettere”? Ho capito cosa fare alle ore ventitré circa, dopo Milan Barcellona. Appena tornato a casa e collegato ad internet, leggo la risposta: “Ma no”. In quel preciso istante ho capito che Gallo è un signore e io sono un cretino. La domanda successiva l’ho infatti rivolta a me stesso: “Perché restare”? In fondo blogger de Linkiesta lo sono diventato grazie a lui, a Massimiliano Gallo. Non conosco altri redattori, “graduati” o meno. A Gallo ho fatto riferimento per avere chiarimenti, suggerimenti, consigli. Senza di lui mi sentirei un corpo estraneo, uno che scrive soltanto per avere una ribalta nazionale da inserire nel curriculum. In fondo non mi servono master negli Usa o titoli speciali per sentirmi importante. Scrivo per passione e mi ero scavato una nicchia con “storie di in fisco minore”. Gallo era il mio garante. Senza di lui mi sento solo. Queste poche righe valgono come dimissioni, come “dimissioni a prescindere”. Mi scuso con Massimiliano se sono arrivate con qualche ora di ritardo. Prego quindi Linkiesta di cancellare il mio blog. Ci si vede da qualche altra parte, spero di non avervi annoiato troppo.
Giuseppe Pedersoli
20 Febbraio 2013