Tramonti sul nord estSodoma non brucerà.

«Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Gen 18,20-32 Venerdì pomeriggio alla fine della prima giornata di corso, l’unica co...

«Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Gen 18,20-32

Venerdì pomeriggio alla fine della prima giornata di corso, l’unica cosa che sono riuscita a dirmi è stata “Sono la migliore. Punto”.

Quattro parole uscite dal profondo dello stomaco disastrato, quattro parole urlate che rimbombavano tra le budella.
Lo so a molti è sembrata un’esaltazione del mio ego. Per me invece un urlo finora soffocato che è uscito.

Sono la migliore perché ho resistito alla pressione e mi sono schierata a scudo a difesa del mio progetto ed ho rischiato il tutto per tutto.
Sono la migliore perché con la fermezza dei pazzi sono rimasta in piedi quando sarebbe stato più semplice stendermi e farmi passare sopra.
Invece anche questa volta mi sono rialzata a molla ed ho sputato in faccia al pericolo per non essere piegata.

Un lampo d’orgoglio di sfida contro la finta indifferenza. Un pugno chiuso stretto attorno al vuoto.

Venerdì è stata una grande giornata per me. Io ho sempre imparato dagli altri, non ho mai insegnato. Neanche venerdì. Non ho tenuto lezione, ho solo condiviso quello che ho imparato.

Volevo mollare vista la scarsa partecipazione … non in termine di numeri ma in termini di entusiasmo, di voglia di fare, di continuare nonostante tutto e tutti.

Ma per quelli che c’erano lo dovevo fare. Dovevo tirare fuori il meglio di me. Dovevo. Dovere per rispetto. Dovere per necessità. Dovere per senso di appartenenza.

Ed ho avuto il mio premio. La mia medaglia. Il mio trofeo.

Non monetizzabile. Il premio è stata la dichiarazione di un partecipante: Signorina oggi almeno altre 15 imprese avrebbero dovuto partecipare a questa lezione.
Ecco. Cresciuta 10 kg in due secondi.

Venerdì da una parte conferma del “pochi ma buoni” e in contemporanea rabbia per quelli che hanno declinato l’invito.

Quelli di venerdì hanno voglia di fare, hanno voglia di sapere e di capire. E questo per me conta. Curiosi. Curiosissimi di proteggersi per evitarsi rogne e problemi. Entusiasti di scoprire cose nuove. Coraggiosi di muovere un passo dopo l’altro. Li ho terrorizzati ma allo stesso tempo gli ho messo sotto gli occhi la mia mano tesa per dargli una mano. E l’hanno stretta. E a me bastava questo. Questo era quello che volevo.

Cos’hanno in comune gli eroi di venerdì ? I senso di appartenenza. Appartenenza a questo Veneto, con tutte le sue contraddizioni, con tutti i suoi errori, con tutti i suoi successi e i suoi sbagli protetti dal leone di San Marco. E non per una questione leghista.

Nessuno di quelli di venerdì pensa lontanamente di andarsene, di emigrare in Karinzia o in Serbia. Vogliono restare qua.
Nessuno di quelli di venerdì confida nella politica e nei politicanti. A nessuno interessano elezioni, proposte e altro. Loro vogliono solo lavorare in santa pace.

E vogliono crescere.

Non cercano in un processo di internazionalizzazione la via di fuga a una situazione di crisi del Paese. Lo vedono come una possibilità. Come un asso da giocare. E ammettendo di aver improvvisato finora (giuro che ho trattenuto le risa quando hanno confessato le stesse cose che io denuncio nei miei vari post) vogliono pianificare le cose. Cazzo quant’è bello. Quant’è bello sapere che non vedono l’ora che arrivi la terza giornata per avere una visione dell’impatto economico di un processo d’internazionalizzazione.

Quant’è bello sapere che hanno il dono di saper aspettare i risultati e non di pretendere domani mattina fatture dall’estero da andare a scontare in banca.

Quant’è bello vedere che fanno progetti. Che chiedono le cose più semplici e spontanee.

Quant’è bello sapere che non è tutto perso.

Quant’è bello … aver condiviso il mio percorso, le mie batoste, i miei errori, i miei sbagli, i miei successi che mi hanno portato ad essere arrivata fin qua.

Quant’è bello condividere con chi ha le mie stesse radici.

Quant’è bello sentirsi dire “è la prima volta che ci parla qualcuno che ci conosce, che è dalla nostra parte”.

E a me si è riempito il cuore.

Sodoma non brucerà perché ho trovato dei giusti. E a discapito di chi mi ha detto e scritto “stai solo perdendo tempo” io penso di essere nel giusto.

Anche adesso che mi sono lodata un po’.

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